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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Castelfidardo

Castelfidardo: uccise la madre con il gesso del braccio, assolto

Assolto l'imputato perché incapace di intendere e di volere, con l'obbligo di detenzione in un ospedale psichiatrico giudiziario per 2 anni. E' quanto deciso ieri dalla corte D'Assise di Ancona

Su una cosa sono d’accordo tutti: Giovanni Occhiodoro, l’uomo che uccise la madre colpendola con il braccio ingessato, è incapace di intendere e di volere. Su questa certezza provata dalla storia clinica dell’uomo e da perizie successive all’assassinio, ieri la Corte d’Assise di Ancona ha assolto l’imputato perché incapace di intendere e di volere con l’obbligo di detenzione dentro un ospedale psichiatrico giudiziario per 2 anni.

foto-6-5ACCUSA E DIFESA. Era stata la pubblica accusa del pm Irene Bilotta che, per prima, aveva chiesto il non luogo a procedere per l’incapacità di intendere e volere dell’imputato. Ma aveva anche chiesto un lungo periodo di ricovero negli ospedali giudiziari. Per questo l’accusa non è pienamente soddisfatta dei soli 2 anni di detenzione di Occhiodoro. Per l’accusa infatti il 53enne fidardense non solo ha un alto profilo di pericolosità sociale ma, se non fosse stato fermato dopo l‘omicidio della madre, avrebbe commesso un altro delitto: «Nei suoi deliri religiosi preannunciava già un altro delitto perchè aveva indicato il parroco del paese con uno spirito maligno» ha detto la Bilotta nella sua requisitoria. Dall’altra parte al difesa, sostenuta dall’avvocato Simone Molinelli (in foto) ha negato che Occhiodoro possa rappresentare un tale pericolo oggi. Per questo il legale aveva chiesto si una misura restrittiva, ma meno afflittiva, appellandosi alla corte per una libertà vigilata. Ma la corte ha respinto.

IL FATTO. Occhiodoro, da anni malato e sotto cure farmacologiche, non aveva più nessuna capacità di discernere la realtà dalla fantasia frutto della sua mente malata. Per questo nel gennaio del 2013 entrò nella casa della madre 83enne e si avventò contro di lei, uccidendola sotto il pesanti colpi del suo gesso. Un delitto che scosse la tranquilla cittadina anconetana, che mai avrebbe pensato che un giorno quell’uomo, mentalmente instabile, avrebbe addirittura ucciso la madre per poi urlare: «Ho ammazzato una bestia». Pensava che il Diavolo si fosse reincarnato nella povera donna.

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