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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Quartiere Adriatico / Piazza Camillo Benso di Cavour

Porta Cavour è a rischio polverone: «Grave errore, farò esposto al ministero»

Il consigliere comunale Arnaldo Ippoliti torna all'attacco e gli scavi dell'antica porta ottocentesca ora rischiano di finire nel polverone

ANCONA –  Le polemiche sui resti dell’antica porta Cavour non si placano. A lanciare l’input dopo l'ultimo post è ancora una volta il consigliere comunale Arnaldo Ippoliti che in una nota fa sapere: «Farò un esposto al Ministero dei Beni culturali contro l'amministrazione e contro la Sovraintendenza. Vediamo chi ha ragione». Prosegue l’avvocato: «A mio parere l'amministrazione ha commesso un grave errore nel cementare l'antica porta di accesso ad Ancona. Ridicole e risibili le affermazioni sul fatto che cementando hanno tutelato quei resti che per sempre non saranno più accessibili. Ci faranno vedere un filmato invece che i resti murari». In quest’ultimo passaggio il consigliere si riferisce alla scelta del Comune, presa in accordo con la Sovrintendenza, di interrare gli scavi dell’antica porta ottocentesca mostrando poi a cittadini e turisti quelli che sono gli ingombri dell’antica porta ottocentesca poi demolita nei primi anni Venti per consentire l’espansione della città lungo l’asse del viale della Vittoria.

Maria Raffaella Ciuccarelli, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche aveva già spiegato i dettagli dell'operazione specificando come: «l’interramento degli scavi è utile per tutelare il bene stesso e per proteggerlo». Mettere una teca di vetro in quel punto infossato è dannoso perché, a quanto spiegato dalla funzionaria, si insinua l'umidità e ci crescono le erbacce che sono difficili da estirpare una volta penetrate. Ma Ippoliti non ci sta e definisce «ridicole e risibili le affermazioni sul fatto che cementando hanno tutelato quei resti (coperti con un tessuto non tessuto) che per sempre non saranno più accessibili, né visibili a noi anconetani». Su questo punto la stessa funzionaria ha specificato che l’opera «è del tutto reversibile» e che «se domani arrivasse un altro Sovrintendente e volesse provare a lasciare tutto aperto, sarebbe possibile tranquillamente togliere i sanpietrini e sollevare il telo». In quel modo lo scavo potrebbe tornare alla luce «tale e quale a prima».

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