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Cronaca Agugliano

Omicidio di Agugliano, parla la figlia dell'indagata: «Quella sera ero a casa»

Ha detto questo la figlia della donna accusata di aver ucciso il marito la sera del 3 marzo scorso. Dichiarazioni fatte in occasione dell'incidente probatorio dello scorso 27 novembre

«Ero a casa con mia sorella quella sera». Ha detto questo la figlia della 26enne Maria Andrada, accusata di aver ucciso il marito Dimitri Bordea la sera del 3 marzo scorso, nel loro appartamento, a pochi metri dalla piazzetta centrale di Agugliano. La piccola di 6 anni è stata ascoltata con la formula dell’incidente probatorio, in presenza della sua legale rappresentate l’avvocato Eleonora Tagliabue. Ha dunque confermato quanto sostenuto dalla pm Giovanna Lebboroni, cioè che la bimba fosse fondamentale per collocare l’indagata sulla scena del crimine, quella cucina in cui il papà 33enne fu trovato in un lago di sangue. Non ha detto chiaramente di aver assistito all’omicidio, ma avrebbe raccontato alcuni particolari di quella sera che testimonierebbero come la bimba avesse ben chiaro quanto accaduto. Dopo l’ascolto della minorenne, il Gip ha deciso la data dell’udienza del processo, fissata per la mattina di venerdì 30 gennaio. Nessun commento da parte della difesa dell’indagata, rappresentata dall’avvocato Jacopo Saccomani.

Dunque la figlia della coppia rumena non avrebbe mai assistito direttamente alla presunta violenza della madre. Eppure la bimba si sarebbe confidata con la zia (sorella della vittima) a cui era stata affidata dopo il delitto. Una confessione riportata anche nella perizia della psicologa Monia Vagni , perito incaricato dal pm Giovanna Lebboroni di stabilire se la minorenne fosse in grado di sostenere un interrogatorio. Alla zia avrebbe raccontato di aver nostalgia del papà e di ricordare quella sera in cui aveva aiutato papà mentre rientrava con la spesa. Lui avrebbe bevuto una birra e ascoltato della musica, quando la mamma l’aveva mandata in camera. «Ma io sono tornata in cucina e ho visto mamma che infilzava il coltello nella gola del babbo». Parole choc con cui la piccola avrebbe raccontato un’esperienza agghiacciante a persone fidate che fanno parte di ambienti sicuri per la piccola. 

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