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La Gioconda è (anche) “marchigiana”? Due ricercatrici dicono di sì

Secondo le studiose il paesaggio che s'intravvede alle spalle di Monna Lisa non è il Valdarno, come si è ipotizzato, o un paesaggio alpino, o una veduta idealizzata, ma il Montefeltro, l'antico Ducato di Urbino

Il paesaggio che s'intravvede alle spalle della Gioconda non è il Valdarno, come si è ipotizzato, o un paesaggio alpino, o una veduta idealizzata, ma il Montefeltro, l'antico Ducato di Urbino visto dalle alture della Valmarecchia, un territorio che oggi abbraccia Marche, Emilia Romagna e in parte la Toscana. Ne sono convinte due ricercatrici, una geomorfologa dell'Università di Urbino, Olivia Nesci, e la pittrice-fotografa Rosetta Borchia.
Le due “cacciatrici di paesaggi”, come amano definirsi, hanno raccolto le loro indagini in un libro, “Codice P” (Electa Mondadori), che sarà presentato ufficialmente a dicembre, ma le conclusioni sono state anticipate oggi dal Corriere Adriatico.

ANALISI GEOLOGICHE. Fondamentale per la ricostruzione dei paesaggi é stata l'analisi geologica e geomorfologica, come decisive sono state le perizie sulle strutture viarie del Centro di ricerca di Archeologia medievale dell'Università di Urbino. Il libro-atlante “Codice P” raccoglie ben 164 tra foto aeree, immagini satellitari panoramiche, schemi geomorfologici, Dem (digital elevation model) elaborati dal geologo Andrea Dignani di Jesi.

COMPRESSIONE. Dalla ricerca emerge anche che per raffigurare quel paesaggio così misterioso e affascinante, Leonardo usò la compressione, ovvero una tecnica di rappresentazione prospettica che “sintetizza” lo scorcio, necessaria per racchiudere un territorio così vasto in una tavola di appena 77 cm. per 53.
La stessa tecnica, peraltro, era stata usata da Piero della Francesca nel dittico dei Duchi di Urbino, ma la compressione applicata da Leonardo appare molto più complessa, secondo le due studiose, perché articolata per intervalli di distanza. Nesci e Borchia, per la loro ricerca, si sono basate anche su dati storici.

LEONARDO E LE MARCHE. Leonardo conosceva bene il Montefeltro: nel 1502 era al seguito di Cesare Borgia come soprintendente generale alle fortificazioni del paesaggio, e può essere passato da qui, come pure nel 1516, durante un viaggio da Roma a Bologna fatto insieme a Giuliano dé Medici e Papa Leone X.
 

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