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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza del Plebiscito

Ordinanza e ipotesi varchi anti-alcol in piazza del Papa: «Così si sceglie di far morire la città»

Stefano Sebastiano, titolare del La Dama caffè bistrot di piazza del Papa, dice la sua dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza comunale. Si parla anche dei varchi anti-alcol attualmente in discussione: «Non è chiaro in base a quali criteri si entrerà»

ANCONA – La primavera sta arrivando e piazza del Papa nel weekend si prepara ad accogliere persone da fuori città, turisti ma anche e soprattutto giovani. A una settimana dall’entrata in vigore dell’ordinanza anti degrado che ha sollevato non poche polemiche, ecco che si paventa l’ipotesi dei varchi anti-alcol. Così si dovrebbero limitare gli ingressi dei ragazzi che acquistano birre e superalcolici al supermercato tutelando così il decoro e la sicurezza pubblica. Stefano Sebastiano è il titolare del La Dama caffè bistrot in piazza del Papa e, quando si parla dell’ordinanza, non ha peli sulla lingua: «Solo in questa città si potevano andare a sanzionare gli operatori e i gestori di attività lecite anziché punire i trasgressori». Afferma: «Faccio un paragone: in altri paesi per una cicca di sigarette buttata a terra si può finire anche in galera, ma non è che ci mandano il tabaccaio che vende i pacchetti. Così facendo stanno uccidendo la città». Poi aggiunge: «Con l’ordinanza hanno colpito gli asporti perché legati ad un discorso ecologico ed ambientale. Qui davanti dopo le feste universitarie è una pattumiera, pieno di lattine, bottiglie e sporcizia a terra. Sicuramente alcune persone sono incivili, ma la risposta potrebbe essere quella di aumentare i cestini e le pattumiere come ci sono in corso Garibaldi».

In piazza del Papa e vie limitrofe ci sono locali (come lo Chapeau bar o il Buddha bar) che non hanno posti dentro o ne hanno pochissimi: «Viene data una licenza per aprire un’attività - prosegue il titolare de La Dama - questa persona ci investe denaro, energie, speranze e poi, con uno schiocco di dita, si distrugge il suo core business. Dopo due anni di pandemia, alcune domande bisogna farsele. Per dodici mesi, infatti, la nostra categoria è stata chiusa, per altri sei abbiamo lavorato chiudendo alle 18, con il coprifuoco o con le limitazioni. Ora dobbiamo lavorare per coprire 24 mesi di buchi e per cercare di uscire dallo stato d’emergenza».

Sui varchi anti-alcol di cui si parla nelle ultime ore aggiunge Stefano: «Non è chiaro con quali criteri si accede. Vedremo se e quando si farà. Questa è una città universitaria, capoluogo di provincia e ci sono problemi così anche in altre città. La linea d’intervento deve essere legata all’aumento delle sanzioni per gli incivili e ci si deve rendere conto che il problema non è piazza del Papa ma è un discorso generazionale con le baby gang che girano in città alle 7 di sera. Con l’ammonimento, poi, non si risolvono le cose». Va avanti: «Qui ci sono state maxi risse riprese da quasi 20 telecamere. I responsabili sono stati presi a casa e portati in questura. Ad acluni è stato applicato un semplice ammonimento. E questi sono gli stessi che hanno quasi distrutto i dehors». Conclude con una nota amara: «Io credevo nel sindaco e ho votato questa amministrazione ma non ho più intenzione di sostenerla. Stanno ascoltando solo la voce dei residenti e dei netturbini, ma non il grido di dolore degli operatori dopo due anni di pandemia. Non si sono mai confrontati. Vogliamo una proposta di città viva, sana, dove si rispetta la legge e l’ambiente».

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