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Cronaca

Salvare le opere d'arte colpite dal sisma, il progetto di Codacons e Ministero

Si tratta di una iniziativa che ha avuto il benestare del Mibact e che si pone lo scopo di salvaguardare l’identità artistica delle regioni colpite dal terremoto del 2016

Un appello ai sindaci dei comuni delle Marche coinvolti nel terremoto del 2016 a partecipare ad una conferenza stampa a Roma dedicata alle opere d’arte salvate dal sisma del centro-Italia. A rivolgerlo il Codacons, che assieme al Ministero dei beni culturali ha organizzato per il prossimo 8 gennaio un incontro con i giornalisti volto ad illustrare un innovativo progetto per recuperare le opere d’arte della regione.

Si tratta di una iniziativa che ha avuto il benestare del Mibact e che si pone lo scopo di salvaguardare l’identità artistica delle regioni colpite dal terremoto del 2016 – spiega il Codacons - Grazie a questo innovativo progetto le opere d’arte delle Marche salvate dal sisma tornano a vivere in un mega museo virtuale in 3D che utilizza i più evoluti sistemi tecnologici presenti sul mercato, con l’ausilio di fotocamere ad altissima risoluzione e sistemi di elaborazione digitale di ultima generazione, stampanti digitali ad alta risoluzione e monitor 3D autostereoscopici. Una mostra ultra-tecnologica e itinerante che valorizza il patrimonio culturale ferito dal sisma e premia l’identità culturale delle popolazioni del centro-Italia, portando in tutto il mondo le preziose opere d’arte delle aree terremotate e raccogliendo fondi per il loro restauro.

“Invitiamo i sindaci dei comuni delle Marche colpiti dal terremoto a partecipare alla conferenza e a dare la propria adesione all’iniziativa, che vedrà la partecipazione del  sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, primo ad accogliere con entusiasmo il progetto – afferma il Codacons - La prima opera salvata grazie alla moderna tecnologia e che sarà presentata nel corso della conferenza stampa dell’8 gennaio a dimostrazione di quello che i Comuni possono realizzare, è un Crocifisso del XVI secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Maria del popolo a Preta e già custodito nel danneggiato Museo Civico "Cola Filotesio" di Amatrice”.

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