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Cronaca

Lo spaccio c'era, la banda no: pene con lo sconto da quantificare

La Cassazione ha fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere per quattro imputati del processo a seguito dell'operazione Damasco

Chi ha scelto il rito abbreviato è stato considerato membro di banda organizzata. Chi invece ha optato per il procedimento ordinario, no. Stessa indagine, stesso reato contestato. Quello di spaccio di sostanze stupefacenti dopo l'operazione Dda di Ancona denominata Damasco che aveva portato all'arresto di 9 persone (più altre 5 indagate) ipotizzando il reato associativo. Parliamo di marzo 2016. Ora la Cassazione ha annullato la sentenza penale della Corte d'Appello di Ancona per quattro imputati e toccherà alla Corte d'Appello di Perugia riformulare la pena. Secondo le indagini gli arrestati erano organizzati e radicati nelle province di Ancona e di Pesaro dove riversavano chili di cocaina e hashish che arrivavano dalla Campania.

La vicenda processuale è intricata. Degli imputati, 5 sono stati giudicati a marzo 2017 con il rito abbreviato e condannati a pene tra gli 8 e i 4 anni e 8 mesi con il riconoscimento del reato associativo. Qualche mese dopo, a dicembre, le pene vengono confermate per 4 mentre uno si è visto cadere l'imputazione dell'associazione: la sua pena passa da 4 anni e 8 mesi a 4 anni e 1 mese). Nel frattempo si muove anche la giustizia ordinaria che però assolve tutti gli altri dal reato associativo. Un contrasto che è stato presentato in Cassazione dagli imputati (difesi dagli avvocati Andrea Nobili, Michele Zuccaro, Anna Indiveri e Gabriele Galeazzi) del rito abbreviato. Tocca ora alla Corte d'Appello di Perugia ricalcolare le pene, tenendo conto della sentenza di Cassazione. 

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