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Cronaca

Operaio schiacciato da un bobcat, sette persone a processo per omicidio colposo

Si è aperto il dibattimento al tribunale di Ancona per l'iter giudiziario che dovrà fare chiarezza sulla morte di Pasquale Marigliano, 49 anni, colpito da una pala meccanica mentre lavorava nel cantiere del nuovo Inrca 

ANCONA – Aveva un caffè in mano quando il collega che manovrava un bobcat lo colpì inavvertitamente con una pala meccanica che lo uccise sul colpo. In sette adesso sono finiti a processo per la morte di Pasquale Marigliano, l'operaio di 49 anni, originario di Casavatore, in provincia di Napoli, deceduto il 15 gennaio del 2020 a Camerano. Era mattina, quasi le 9, e l'operaio si trovava all'interno del cantiere per la costruzione del nuovo Inrca e ospedale di rete Ancona Sud, in via degli Zingari, sulla direttissima del Conero. Con l'accusa di omicidio colposo si è aperto martedì scorso, il dibattimento in tribunale, ad Ancona, per gli imputati (due sono originari di San Benedetto del Tronto, uno è albanese, uno di Napoli e gli altri del ravennate), tutte persone  legate a tre società che operavano all'epoca nel cantiere: la Blg Costruzioni Srls di Napoli, con una sede nell'ascolano, la Cmc Coop di Ravenna e la Conero Scarl, una ditta romagnola.  Sei dei sette accusati sono ritenuti colpevoli di quella morte dalla Procura, ciascuno nel proprio ruolo di responsabile dei lavoratori presenti nel cantiere, perché avrebbero omesso di vigilare sul corretto utilizzo dei mezzi di lavoro e sulle qualifiche per farlo e per operare nel piazzale dove si è verificato l'infortunio mortale.

L'albanese che guidava il macchinario non avrebbe posseduto i titoli abilitativi per pilotare il bobcat e nemmeno le capacità operative. Quella mattina si sarebbe messo alla guida del bobcat modello s570, per la pulizia del piazzale nord dove né lui né il collega morto sarebbero dovuti stare. «Senza avvedersi della contingente presenza nel raggio d'azione del macchinario della persona poi morta – sostiene la Procura – colpiva Marigliano con il braccio idraulico sinistro della banna durante la manovra di abbassamento della stessa determinando lo schiacciamento del capo tra la banna e la macchina». L'operaio deceduto è stato trovato con il casco da cantiere rotto dal peso del braccio idraulico del bobcat. In aula ieri, davanti alla giudice Franceca Grassi, sono stati sentiti un carabiniere intervenuto sul posto dopo il dramma e l'ingegnere Asur per la sicurezza del posto di lavoro che ha riconosciuto una imprudenza commessa dall'operaio morto. I familiari di Marigliano si sono costituiti parte civile con l'avvocato Antonio Nerone. Prossima udienza il 6 giugno per sentire un testimone oculare, un lavoratore che si trovava nel piazzale quando è avvenuto il dramma.

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