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Cronaca Osimo / Via Sbrozzola

Osimo: un ballo per dire "basta alla violenza sulle donne"

Si sono dati appuntamento al Cargopier per danzare e urlare il loro grido di rabbia: "Basta. La violenza finisce ora". La violenza è quella che subiscono le donne. Un ballo planetario targato One Billion Rising

“Danzo per rompere le regole, danzo per fermare il dolore, danzo per rovesciare tutto sottosopra. E' ora di spezzare la catena...”. E' un pezzo della canzone che giovedì, in tutto il mondo, ha accompagnato una moltitudine di donne (e non solo) nel loro grido di rabbia contro la violenza sulla loro pelle. Giovedì infatti è stata la giornata della mobilitazione dal titolo “One Billion Rising”, che ha visto mettere in atto danze e flash mobs in ogni dove, per mandare un segnale in favore delle donne. Spezzare le catene dunque, ma quali? “Le catene che da tanti anni ormai imprigionano le donne in maltrattamenti, abusi, sfruttamenti. Quello del ballo è un gesto di rivoluzione pacifica che ci permette di dire che siamo stanche di questa situazione” ha risposto Nadia Mazzoni del “Se non ora quando" di Ancona.

Proprio di recente l'ultimo fatto di cronaca a Napoli: una donna, investita e data alle fiamme dal marito. Allora ecco che, proprio giovedì sera alle 19:00, al centro commerciale Cargopier di Osimo, si sono date appuntamento più di 200 persone per ballare, danzare e urlare il loro messaggio: “Basta. La violenza finisca ora”. Tantissime donne chiaramente, di ogni età, ma anche uomini (amici, mariti e fidanzati). Tutti uniti nel ballo, nella musica e nel messaggio della campagna One Billion Rising.

One Billion Rising

L'evento è stato organizzato dal gruppo “Se non ora quando” di Ancona e di Osimo, ma ha richiamato anche diverse scuole di danza anconetane e alcune studentesse delle scuole Savoia-Benincasa e Galilei di Ancona. Contro la violenza dunque, ma sotto ogni sua forma: stalking, sfruttamento della prostituzione, infibulazione genitale. Ma siamo nel pieno della campagna elettorale, dunque cosa può fare la politica su questo tema? “La politica può fare moltissimo - ha ribadito la Mazzoni - Innanzi tutto vogliamo che vengano dati dei fondi per i centri antiviolenza, che invece sono stati tolti. Vogliamo che ci sia una sensibilità verso questi temi e chiediamo soprattutto che si possa cambiare la cultura: entrare nelle scuole. E' un fatto culturale quello del maltrattamento alla donna”. E su Ancona? “Ad esempio ad Ancona c'è un solo centro, una casa rifugio, che si trova spesso senza soldi e non riesce a far fronte a tutte le richieste di aiuto” ha concluso la militante del Se non ora quando.

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