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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Pamela, "ambigua" la figura del tassista contattato da Oseghale

Torna dunque a farsi strada l'ipotesi, sostenuta fortemente dai familiari della vittima, che Oseghale possa non aver agito da solo, vero è che la Corte ha rimesso gli atti alla procura della Repubblica per competenza

ANCONA - "Molto ambigua e tutt'altro che limpida" è, secondo la Corte di Assise di Appello di Ancona la figura del tassista di origini camerunensi che Innocent Oseghale ha contattato telefonicamente poco dopo le 22 del 30 gennaio 2018 per farsi portare fino al punto dove il mattino seguente sarebbero stati trovati i due trolley con all'interno i resti di Pamela Mastropietro. Torna dunque a farsi strada l'ipotesi, sostenuta fortemente dai familiari della vittima, che l'imputato possa non aver agito da solo, vero è che la Corte ha rimesso gli atti alla procura della Repubblica per competenza. A riportare la notizia è AdnKronos.

"Il tassista infatti - si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna - ha inizialmente riferito di essere tornato solo il mattino seguente a verificare se le valigie che il cliente della sera prima aveva lasciato per strada erano ancora là, quando al contrario è tornato in via dell'Industria di Pollenza nella stessa notte, dopo aver riaccompagnato l'imputato a Macerata. E non certo per verificare se qualcuno le avesse prese, ma per accertare cosa vi fosse all'interno, atteso che ne apriva almeno una, avendo addirittura l'accortezza di usare dei guanti". "Benché si fosse reso conto del macabro contenuto delle valigie - prosegue il giudice - il teste riferiva di aver capito addirittura che si trattavano di resti di un corpo femminile perché le unghie avevano lo smalto". Alle forze dell'ordine si presenta solo nel pomeriggio inoltrato, "rilasciando tuttavia dichiarazioni non del tutto veritiere". E ancora: "il tassista non aveva utilizzato la sua auto, una Golf, ma un'altra vettura a lui prestata, di cui non forniva tuttavia subito i dati, neppure quando la sua Golf, nella errata ma giustificata convinzione degli inquirenti che fosse quella usata per il trasporto, veniva sottoposta a sequestro". Resta avvolta nel mistero, ancora, l'identità della persona con cui Oseghale ha avuto, lungo il tragitto sul taxi, "una lunga e concitata conversazione di cui il tassista non ha riferito l'esatto contenuto, perché in inglese".

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