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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio di Pamela, si aspetta la decisione della Corte d'assise d'appello: giudici in camera di consiglio

I giudici si sono ritirati in camera di consiglio

La Procura generale di Perugia ha chiesto che venga riconosciuta l'aggravante della violenza sessuale a carico di Innocent Oseghale, condannato in via definitiva per l'omicidio di Pamela Mastropietro, avvenuto a Macerata il 30 gennaio 2018. Per i suoi difensori, invece, il "fatto non sussiste" e chiede che il loro ricorso venga accolto e, di conseguenza, la sentenza di condanna riformata.

"Ritengo che ci sia la prova che l'omicidio sia avvenuto nel compimento del reato della violenza sessuale. Chiedo che la corte condanni Oseghale all'ergastolo". È stata la richiesta del sostituto procuratore generale di Perugia, Paolo Berlucchi, che ha sottolineato come "Pamela era in mano a Oseghale". "Pamela assumeva eroina diversamente" ha ricordato l'accusa, sottolineando che per la prima volta con Oseghale si inietta lo stupefacente. "Perché cambia abitudini? Perché è lui che le inietta la droga. Compra in farmacia una siringa che non viene ritrovata,ne viene trovata una diversa, a Oseghale è stata ritrovata eroina, presumibilmente parte della dose per Pamela. Questo vuol dire che è lui che fa la dose, che la inietta e decide quando farlo. Siamo nella casa di uno che la tiene al guinzaglio. Quando esce, la chiude in casa. Non c'è più libero accordo tra persone consenzienti, c'è una persona che dispone sessualmente di un'altra".

"Insussistente l'aggravante" di violenza sessuale "perché il fatto non sussiste". Questa la conclusione dei difensori di Innocent Oseghale, imputato davanti alla corte d'assise d'appello di Perugia nel processo di appello bis per l'omicidio di Pamela Mastropietro. "Invito la corte ignorare i clamori di aspettative di vendetta e perseguire quelli di giustizia, di attenersi alle risultanze investigative". Lo ha sollecitato l'avvocato Simone Mastraxia, difensore di Innocent Oseghale con l'avvocato Umberto Gramenzi.

"Anche una persona in tossicodipendenza per aver assunto droga, può avere un rapporto sessuale, il reato non è automatico" ha sottolineato l'avvocato Mastraxia, ricordando che, nel caso di Pamela, "il rapporto sessuale sia avvenuto dopo l'assunzione di droga" è un assunto "senza alcun elemento probatorio". Non si deve, ha aggiunto ancora, "per forza giungere a condanna". "Non saprete mai se il rapporto sessuale dopo assunzione non c'è un atto che lo dice. Lo potete solo supporre" ha sottolineato l'altro difensore di Oseghale, Umberto Gramenzi, rivolto ai giudici. "La condizione di inferiorità non può essere stabilito. Il consenso ne è stata conseguenza? È frutto dell'induzione? Il discorso della violenza sessuale non ha prove, è un'accusa a cui credeva poco anche la procura di Macerata" ha ribadito ancora il difensore dell'imputato.

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