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Cronaca Palombare / Via Alessandro Maggini, 120

Michele ucciso con 9 coltellate, ipotesi movente passionale: «Dovevo vendicarmi»

Uno dei dubbi della Procura dorica è che il killer possa essere stato mosso dal movente passionale. Intanto però lui è in arresto in carcere con l'accusa di omicidio premeditato

«Te l’avevo detto di non uscire! Michele rispondimi, rispondi a mamma!». Per ore le urla di angoscia hanno riecheggiato fra i palazzi di via Maggini, nel quartiere Pinocchio di Ancona, dove si è consumata una tragedia proprio nel giorno dell’Immacolata, scandito dagli echi di dolore della madre di Michele Martedì, il parrucchiere anconetano di 26 anni ammazzato oggi con almeno 9 coltellate da quell’amico che conosceva da anni: il coetaneo Mattia Rossetti. Amici da una vita, da quando avevano diviso il banco di scuola alle medie. Fino ad oggi quando, intorno alle 12, Mattia ha strappato via la vita a Michele, diventando il suo carnefice. 

L’aggressione alle spalle e il testimone

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Ancona, Michele si trovava sotto casa a parlare con un conoscente quando Mattia, che in un video choc sui social (GUARDA IL VIDEO) aveva annunciato di volergli fare del male, gli è arrivato alle spalle, colpendolo ripetutamente con un coltello a serramanico che portava con sé. Ci sarebbe stata una colluttazione, nella quale Michele ha avuto la peggio. Secondo una prima analisi del medico legale Adriano Tagliabracci sono almeno 9 i fendenti a torace, fianco e avambraccio. Ma uno, forse quello letale, lo ha raggiunto al collo, dove la lama avrebbe affondato nella giugulare, lasciando Michele in un lago di sangue, a due passi dall’asfalto all’altezza del civico 204. Diverse le chiamate al 112 e al 118, che hanno portato sul posto con massima urgenza i sanitari dell’automedica e i volontari della Croce Gialla di Ancona, ma per il 26enne ormai non c’era più nulla da fare. 

Le parole choc del killer

Mentre il quartiere scendeva in strada richiamato dalle urla, il presunto killer sarebbe fuggito, rintanandosi in un palazzo lì vicino, chiedendo "asilo" ad una famiglia di amici comuni. E’ lì che poco dopo lo hanno trovato polizia e carabinieri, in un angolo, con indosso una tuta sporca di sangue e quel coltello con cui poco prima aveva  messo fine alla vita di Michele. «Mi dovevo vendicare, dovevo regolare dei conti con lui» avrebbe detto ai militari dell’Arma mentre gli mettevano le manette ai polsi. 

Omicidio via Maggini, il luogo del delitto

Al setaccio di cellulari e pc

Per diverse ore, gli investigatori hanno studiato il luogo del delitto, sul quale è arrivata non solo l’equipe di Medicina Legale, ma anche il pm di turno Irene Adelaide Bilotta, per coordinare le indagini dei carabinieri. Infatti dopo l’arresto di Rossetti, è arrivato il reparto Scientifico dei carabinieri per effettuare tutti i rilievi nell’area del delitto, sotto gli occhi attoniti e le urla disperate di amici e conoscenti, radunatisi sotto casa del loro amico. Sequestrati cellulari e computer sia del presunto omicida che della sua vittima, al fine di ricostruire nel minimo dettaglio le ultime ore di entrambi, anche se, al momento, non ci sono molti dubbi sulle responsabilità. 

I disturbi mentali e il movente passionale

C’è però da capire il perché? Perché una violenza del genere? Certo, ci sono le condizioni mentali dell’assassino. Difficili al punto da essere stato oggetto di Tso (Trattamento sanitario obbligatorio), al punto che lo stesso parrucchiere, preoccupato per l’amico in difficoltà, aveva più volte parlato con la madre di Rossetti, dicendole che Mattia andava aiutato e curato. Ma non è tutto perché la Procura dorica, che ha il dovere di ricostruire tutta la verità dei fatti, pensa anche al movente passionale perché, stando alle voci che girano nella cerchia di amici dei 2 giovani, Mattia era furioso per una presunta relazione di Michele con una ragazza che piaceva a lui. Tutte piste da battere e su cui gli investigatori stanno lavorando. 

Le accuse e killer in ospedale

A parte una parantesi al Pronto Soccorso dell’ospedale Torrette di Ancona, dove i medici gli hanno suturato una ferita da taglio al dito, Rossetti ha trascorso il pomeriggio nella caserma della Montagnola, prima di essere accompagnato in carcere. E’ formalmente in arresto con l’accusa di omicidio volontario premeditato. Volontario perché per i carabinieri, con quel numero e tipo di coltellate, si possa pensare che Mattia volesse uccidere. Premeditato perché l’intento di fare del male all’amico era già stato espresso chiaramente nei giorni precedenti proprio con quel video choc, che adesso è al vaglio degli inquirenti. 

Mattia era già stato denunciato per aver picchiato una ragazza

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