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Cronaca

Ognissanti: Conero da record, ma in giro era quasi tutto chiuso. Turisti costretti a soggiornare altrove

L’ottobrata ha sicuramente colto tutti di sorpresa, imprenditori in primis. Il Conero è stato inaspettatamente preso d’assalto dai turisti che, però, hanno scoperto che la maggior parte degli alberghi e dei ristoranti erano chiusi

ANCONA - A Portonovo sembrava di essere in un tipico weekend di inizio estate. A Sirolo e Numana idem. Spiagge piene. Tuffi e tintarella. Non fosse, però, che era il ponte di Ognissanti. Ma stranezza a parte, il turismo è schizzato e una destinazione come il Conero ha fatto il botto. O meglio: avrebbe. Il condizionale è d’obbligo. Perchè la maggior parte delle strutture, ristoranti e alberghi, erano chiusi. E dunque non c’è stato modo di dare risposta ad una richiesta davvero esorbitante di pernottamenti. Perciò si è dovuto ripiegare a qualche chilometro di distanza.

Affluenza record

«Durante questo ponte abbiamo toccato un +20% rispetto al 2019 - commenta soddisfatto Emilano Pigliapoco, gestore dell’Hotel Tre Querce a Camerano - in maggioranza italiani, ma c’è stato anche un buon 10% di stranieri». Il meteo davvero insolito ha attirato un numero di turisti che mai, prima d’ora, si erano visti in una destinazione di mare lungo un ponte festivo che di solito sposta il flusso verso le aree interne. Dunque gli imprenditori hanno ragionato seguendo uno storico e a fine settembre gli stagionali della zona del Conero salutano tutti e arrivederci alla prossima primavera. «Tanto più che le imprese stanno vivendo un periodo nero a causa dei rincari energetici - spiega Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche -, e poi ci sono anche paio di questioni puramente tecniche da non sottovalutare: i costi per far ripartire le strutture stagionali per un solo weekend sono scoraggianti, e poi i contratti con il personale, proprio perchè stagionale, sono cessati». 

Le complicazioni

In effetti le complicazioni non sono poche: «quando chiudo la stagione stivo tutti i materiali nella sala interna del ristorante - spiega Maurizio Sonnino, titolare dello stabilimento La Capannina a Portonovo - se dovessi riaprire per il ponte di Ognissanti vorrebbe dire fare giorni di lavoro prima e  dopo per avere la struttura pronta». Ma questo, secondo l’imprenditore, è il meno. L’impedimento più grande riguarda i costi da sostenere: «a livello organizzativo, una struttura come la mia, presuppone che tenga almeno 20 persone a stipendio - continua Sonnino -, a quel punto non porterebbero i conti. Non basterebbe un lungo weekend, anche di ottima affluenza, a giustificare i costi di gestione. Dunque, a malincuore, è più sensato rimanere chiusi».

Più eventi

Quello che è accaduto nei giorni scorsi è sicuramente un fatto eccezionale. Ma ha riportato in auge l’annoso tema della destagionalizzazione del flusso turistico. «Servono eventi e iniziative che stimolino gli imprenditori a restare aperti e a fornire un servizio - afferma Anna Maria Ciccarelli, presidente dell’Associazione Albergatori Riviera del Conero -, altrimenti con i costi di gestione attuali non conviene». Dunque una politica fortemente orientata all’attrattività fuori dal periodo estivo che, sostanzialmente, va da sé. «Dobbiamo arricchire l’offerta - insiste Ciccarelli - così da dare un valore aggiunto al nostro territorio».

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