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Cronaca

Jesi, un occhio d'angelo alla stazione ferroviaria ispirato ai grifoni di Palazzo Pianetti

L'opera è dedicata ad Angelo Angelucci, eclettico personaggio vissuto a Jesi nella metà dell'800, che rimproverava ai cittadini jesini di non avergli permesso nel 1866 l'inaugurazione della prima stazione ferroviaria della città

“Jesi la vostra città ha una ferrovia che, senza peccare di ostentazione, deve riputarla in gran parte alle mie fatiche, e da sei anni di combattimento accanito [...] Jesi fu gentilissima, mi accordò la sua cittadinanza, e mi fece un regalo di 2.000 lire. Ma se Jesi considera cosa ha speso Macerata per non vedere neppure da lontano la ferrovia da Ancona a Fabriano, può persuadersi che il regalo che mi fece per avere ottenuto tutto non è neppure la decima parte di quello ha speso Macerata per avere niente... La Ferrovia c'è e non si può più togliere, e chi ha faticato per farla si gratti”. Chiaro e forte è il rancore espresso da Angelo Angelucci, eclettico personaggio vissuto nella metà dell'800, nei confronti degli jesini quando scrive al suo amico Vincenzo Pianetti nel 1870. Ai cittadini jesini rimprovera il fatto di non essere stati sufficientemente grati per aver lui permesso nel 1866 l'inaugurazione della prima stazione ferroviaria della città.

A postuma riconoscenza, oggi la città di Jesi intende farsi perdonare con “Occhio di Angelo”, operazione culturale a lui dedicata nell'atrio della stazione di Jesi. 
L'intervento artistico realizzato da Allegra Corbo è frutto di una fertile collaborazione tra la Pinacoteca Civica, l'artista e l'azienda Caparol sponsor tecnico per i materiali. Allegra Corbo, ispirandosi ai lavori di ristrutturazione eseguiti nella chiesa di San Marco e al secondo piano di Palazzo Pianetti, ha riutilizzato geometrie, colori, visioni e strutture spaziali reinterpretandole in chiave contemporanea. I grifoni di Palazzo Pianetti si liberano del loro alone ottocentesco per accogliere con nuove forme i viaggiatori in arrivo o in partenza. Come dal progetto di mano dell'Angelucci stesso, conservato presso l'archivio del Museo diocesano, campeggia ora sopra la porta d'ingresso, tra le architetture fredde e taglienti, la scritta “Stazione centrale" ridonando un'identità ad uno spazio trasformato oramai da anni in un “non luogo”.

Al centro il grande occhio di Angelo, con la sua pupilla dorata, sorveglia elegantemente tutte le persone che vengono e vanno, un concentrato di simboli e cromie si traduce in una fresca ma meditata visione da proporre a tutti quelli che si trovano a frequentare questo spazio. Ispirata dai ricchi decori del “boudoir” di Palazzo Pianetti, Allegra Corbo realizza un nuovo salottino cittadino restituendo alla città, con un'innovativa opera di New Public Art antimonumentale, un luogo pubblico riferendolo a quelli storici, relazionali e identitari del nostro territorio. La stazione , grazie ad Occhio di Angelo, ci esorta a partire, non solo su rotaie ma anche verso il centro cittadino , verso i contenitori che hanno fatto la storia, l'immagine e l'identità della città. Si conclude così con Occhio di Angelo, il progetto AAA Eroi in città, con la certezza di aver riscoperto interessanti personalità capaci ancora oggi di stimolare azioni culturali degne a loro volta di essere ricordate e valorizzate nel tempo. Il nostro caro Angelo Angelucci potrà finalmente dormire sonni tranquilli.

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