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Cronaca

Natale ad Ancona, flussi turistici deboli e gli alberghi sono lontani dal sold out. Guidi: «Serve un attrattore forte»

Il BiAncoNatale riempie il centro. Per lo più presenze locali o flussi di prossimità. Ma negli alberghi si fatica a riempire le camere. Gli operatori chiedono una programmazione mirata per la destagionalizzazione

ANCONA - Il centro è vestito a festa. Le iniziative di certo non mancano, e infatti le vie principali brulicano di passanti. Il BiAncoNatale ha catalizzato l’attenzione di chi vive in città, o al massimo del pubblico che arriva dalla provincia. Un bene per le attività commerciali che ritrovano il flusso del periodo pre-covid. Ma negli alberghi c’è ancora posto per chi decidesse di voler trascorrere le vacanze nella Dorica. «Bisogna lavorare meglio sulla programmazione per capire quali sono gli attrattori - commenta Guido Guidi, imprenditore nel settore dell’hotellerie e titolare del Seeport e Seebay -. BiAncoNatale è un contorno molto carino, ma servono attrattori più forti». «Questione di scelte» replica Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche, che non se la sente di contraddire le linee di indirizzo intraprese dall’amministrazione locale. «Si è deciso di puntare sui flussi commerciali, più che su quelli turistici» sottolinea il direttore di Confcommercio Marche. 

Le presenze

C’è da dire che Ancona, storicamente, non è mai stata la destinazione natalizia del turismo invernale. «Per lo più sono parenti che vivono fuori regione e che si ricongiungono con i familiari» fanno sapere dall’Hotel Della Rosa. «Oppure qualche gruppo che decide di venire sulla costa per poi trascorrere qualche giorno tra le bellezze paesaggistiche del posto» replica Emiliano Pigliapoco, gestore dell’Hotel Tre Querce a Camerano. Ma fondamentalmente poca roba «tanto che chiudo qualche giorno e poi riapro direttamente il 27 dicembre» puntualizza Pigliapoco. Gli albergatori, dal canto loro, fanno quello che possono. Organizzano il veglione in hotel, il cenone, la festa. Di più non si può fare. Ci vorrebbe un grande evento di Capodanno, come si è tornato a fare in altre città italiane. «E’ una scelta di investimento - rimarca Polacco -, ma poi è da vedere se la spesa si traduce in un effettivo ritorno turistico». 

La destagionalizzazione

Fatto sta, però, che nell’anno dei forti rincari energetici, chi sceglie di tenere aperto l’albergo durante le festività natalizie dovrà sostenere delle spese di gran lunga superiori rispetto agli altri anni. Quindi la necessità di riempire il più possibile le strutture diventa una sfida piuttosto complicata. «E’ ora di pensare seriamente a come raggiungere una reale destagionalizzazione - incalza Guidi -, basterebbe guardare cosa fanno le altre regioni». Per carità, non si può dire che Ancona sia proprio fuori dal radar delle richieste turistiche. «Un risveglio dell’attrattiva c’è stato - riprende Guidi -, non si può dire che siamo messi come eravamo nel 2016, ma è ancora troppo debole. Le richieste che abbiamo sotto Natale è derivante dai clienti che conoscono le strutture e tornano perchè si affidano ad una garanzia di standard di servizi. Ma le micro offerte che provengono dal territorio non bastano più, andrebbe fatta una concertazione tra Regione e Comuni per muovere flussi più consistenti verso le Marche».

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