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Cronaca Jesi

Pieralisi fa il mecenate e riscopre il suo Imperatore, aperto il nuovo museo

Sedici stanze multimediali per raccontare lo Stupor Mundi e cerimonia da vip per il taglio del nastro. Il sindaco Bacci: «Dobbiamo crescere nella cultura turistica»

«Siamo una città ghibellina in un territorio papalino: abbiamo tenuto duro per secoli, dobbiamo farlo anche in futuro». Esorta la città, Gennaro Pieralisi, l'industriale innamorato della sua Jesi. Orgoglioso, oggi più che mai a ragione, all'inaugurazione del museo multimediale dedicato a Federico II, lo Stupor Mundi che la tradizione vuole nato proprio a Jesi il 26 dicembre 1194. «Se fosse stato in vigore lo ius soli, sarebbe stato jesino» scherza sempre Pieralisi. Lo aveva promesso. Oggi lo ha realizzato. Palazzo Ghisleri, che si affaccia sulla piazza dedicata all'Imperatore, proprio perché qui si dice sia stata piantata la tenda sotto la quale Costanza d'Altavilla mise alla luce il nipote del Barbarossa, destinato a riunificare il Sacro Romano Impero, ha ospitato oggi l'inaugurazione della nuova struttura museale. Cerimonia che per partecipazioni e look degli invitati appare riduttivo chiamare "taglio del nastro": un po' momento storico per la città, un po' appuntamento mondano da non bucare assolutamente, si può ben dire sia stato un matrimonio tra lo Svevo e la sua Regia città natale. Al fianco di Pieralisi e del sindaco Massimo Bacci, c'era il direttore del Polo museale delle Marche, Peter Aufreiter. E poi: gli onorevoli Valentina Vezzali, Emanuele Lodolini e Piergiorgio Carrescia, l'assessore regionale al Turismo Moreno Pieroni, il consigliere regionale Enzo Giancarli, l'ex senatore Francesco Merloni, l'imprenditore anconetano Massimo Virgili, il segretario generale della Fondazione Federico II Stupor Mundi William Graziosi, la curatrice Anna Laura Trombetti Budriesi, docente di Storia medievale all’Università degli studi di Bologna, e i due ricercatori presso lo stesso ateneo Laura Paquini e Tommaso Duranti, che hanno contribuito alla curatela scientifica.Sedici sezioni multimediali per scoprire chi era Federico II, cosa ha fatto in vita e quali influenze ha esercitato nel suo mondo e negli anni a venire. Tra filmati con attori che narrano la cronologia degli eventi, touchscreen e ricostruzioni, un percorso di alto interesse tra i due piani del palazzo storico jesino

Il museo Federico II a Jesi

«A Jesi – spiega Pieralisi - nessuno si ricordava più di Federico II, finché non ho pensato ad un museo a lui dedicato. La scelta di realizzare un museo virtuale è stata dettata dalla mancanza di reperti. Ma quello che poteva sembrare un punto debole si è rivelato un vantaggio, perché un museo interamente virtuale può essere cambiato e arricchito continuamente, rendendolo sempre nuovo e quindi quasi eterno». Ingente l'investimento: 2,6 milioni di euro. Finanziati per oltre la metà dalla Fondazione Marche, per un 38% dalla Fondazione Federico II (fondata proprio da Pieralisi), al 4% dalla Regione Marche. Della partita anche il Comune di Jesi con un contributo per l'affitto di Palazzo Ghisleri da 36mila euro l'anno per 12 anni e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, proprietaria dell'immobile che ha concesso uno sconto sul canone di locazione. Quello dell'Ingegnere, tuttavia, non è solo orgoglio e campanile. C'è la consapevolezza che la crisi si è abbattuta anche su quella che un tempo era considerata "la Milano delle Marche". «A Jesi nel 1906 c'erano 5mila addetti all'industria, sette banche e abbiamo avuto la prima Camera del Lavoro femminile – spiega – Oggi? Il turismo generato da cultura e storia può farci ripartire: siamo gente abituata a lavorare e a rimboccarci le maniche». Turismo che viene ricordato anche nel discorso del sindaco Bacci: «Dobbiamo sforzarci di più per ampliare la nostra cultura turistica perché può dare possibilità economiche ai nostri territori. Serve però anche una regia strutturata da parte della Regione Marche. Pieralisi? Puntiglioso e critico perché ama questa città ma autore di un atto di mecenatismo straordinario, unico in regione». Al termine delle visite vip, buffet chiccoso all'interno del teatro Morriconi. Nel pomeriggio la festa è continuata con l’evento “Omaggio all’Imperatore” con con oltre 50 performer che rievocheranno dame, cavalieri, falconieri e antichi mestieri per un tuffo nella città di fine XII secolo in piazza, nemmeno a dirlo, Federico II. 

Per le visite. Il museo sarà aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (orario estivo, fino al 15 settembre). Per l'inverno l'apertura è prevista dal giovedì al sabato dalle 15 alle 19 e, su prenotazione, la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. I biglietti: si va dall'intero a 6 euro, al ridotto a 4 fino alle gratuità per bambini fino a 6 anni, disabili con accompagnatori, guide turistiche e giornalisti. Info su www.federicosecondostupoermundi.it

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