Mancini ricorda l'ultimo giorno di Gianluca Vialli: "Ha combattuto come un leone ma era privo di forze"
Il tecnico jesino il 29 dicembre scorso è volato a Londra in clinica per salutare e abbracciare l'amico di sempre, scomparso ieri a 58 anni per un tumore al pancreas
Gemelli del gol in campo per un decennio, inseparabili "fratelli" nella vita. Per sempre. Tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli il rapporto è stato speciale fino all'ultimo. Il commissario tecnico della Nazionale, infatti, il 29 dicembre è volato a Londra in clinica per salutare l'amico, scomparso ieri a 58 anni per un tumore al pancreas. Un abbraccio che entrambi sapevano sarebbe stato l'ultimo. L'allenatore di Jesi ricorda: "Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all'ultimo. Abbiamo parlato un po' di tutto, mi ha chiesto perfino com'era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto", le parole riportate da Andrea Elefante oggi sulla Gazzetta dello Sport.
Gianluca Vialli al momento dell'incontro con Mancini era ricoverato da diversi giorni in una clinica di Londra: "Una settimana prima Gianluca mi aveva chiesto di aspettare,voleva riservare tutte le sue energie migliori all'ultima fase della sua lotta". Incontro rinviato al 29 dicembre quando Mancini è volato in Inghilterra per salutare il suo gemello. Mancini e Vialli hanno condiviso lo spogliatoio della Sampdoria, un altro grande amore. A fine novembre, a Genova, all’anteprima del docufilm "La bella stagione" una delle sue ultime apparizioni: "Era stanchissimo, ma voleva esserci a tutti i costi: la Samp per lui, per noi, era un amore grande come la Nazionale. E da Genova siamo tornati insieme a Milano, l’ho accompagnato io in aeroporto, a Linate. Poi il volo per Londra aveva voluto farlo da solo: ancora forte, anche se non poteva esserlo più come una volta".
Il loro rapporto era qualcosa di unico. Come racconta oggi Maurizio Crosetti su Repubblica, "la delicatezza umana, espressa dagli occhi ridenti, gli fece ritardare l’annuncio della malattia al suo fraterno amico Roberto Mancini". Voleva proteggerlo. Resta negli occhi e nel cuore di tutti l'abbraccio in campo con Roberto Mancini dopo il trionfo agli Europei. Il Mancio ha gli occhi aperti, Vialli gli posa il capo sulla spalla. Istantanee che non possono essere scordate e che fanno già parte della storia del calcio italiano.

Funerali in forma privata nei prossimi giorni a Londra per l'ex attaccante di Cremonese, Samp, Juve e Chelsea. Quinto e ultimo figlio di una famiglia benestante di Cremona (oggi i genitori Gianfranco e Maria Teresa hanno 92 e 87 anni) Vialli aveva iniziato a giocare all’oratorio del Cristo Re, nella sua città, poi fu tesserato dai pulcini del Corona Calcio. Di lì, Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea: una carriera spettacolare. Nel 2019 era tornato in Nazionale come capo delegazione.