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Cronaca

Rigore e disponibilità, addio alla storica direttrice del carcere di Montacuto: Santa Lebboroni

Nativa di Macerata e laureatasi in giurisprudenza, è entrata a Montacuto nel 1991 come Vice direttore, nel 1995 ha preso a pieno le redini del penitenziario dorico

Rigore e disponibilità. Non un paradosso, ma due caratteristiche conviventi e dialoganti nell’animo di Santa Lebboroni, 56 anni, storica direttrice del carcere di Montacuto, morta questa notte dopo una grave malattia che le era stata diagnosticata nell’estate del 2017. Ha lottato con grande forza d’animo, senza mai rassegnarsi a quel male che l’aveva colpita e con il quale ha dovuto fare i conti, senza mai mollare. Se poteva fare qualcosa in più, la perseguiva con determinazione, come se si giocasse lì tutta la sua vita. Poi, alle 4 di stamattina, il suo cuore ha cessato di battere mentre si trovava a casa insieme alla sua famiglia.

Direttrice negli anni della sfida del sovraffollamento

La stessa determinazione con cui ha sempre diretto la casa circondariale di Montacuto. Da vera donna delle istituzioni, capace di incarnare lo Stato nella sua figura professionale, ha sempre gestito un carcere difficile ed eterogeneo come quello di Montacuto. Nativa di Macerata e laureatasi in giurisprudenza, è entrata a Montacuto nel 1991 come Vice direttore, nel 1995 ha preso a pieno le redini del penitenziario dorico. Senza mai smettere di credere nel valore della rieducazione, che un istituto penitenziario dovrebbe avere in uno stato di diritto come l’Italia, ha saputo far fronte agli anni di massimo sovraffollamento del carcere dorico quando, soprattutto dopo gli anni 2000, le celle scoppiavano e tutta la struttura ha toccato il picco storico di 500 detenuti su una capienza massima di appena la metà. Lo ha fatto con provvedimenti ferrei, senza mai però rinunciare all’ascolto, all’accoglienza di chi, in situazioni di difficoltà, poteva anche rappresentare un punto di vista opposto al suo.

Il commento del Grante dei diritti delle Marche

«E’ un dispiacere enorme perché è scomparsa una persona che conoscevo da anni - ha commentato l ‘avvocato Andrea Nobili, attuale garante dei diritti dei detenuti della Regione Marche - Con lei, nel rispetto dei ruoli, avevo un ottimo rapporto. Possedeva capacità straordinarie. Competente, autorevole ed equilibrata al tempo stesso. Ricopriva il suo ruolo in maniera ferma, ma è sempre stata collaborativa e non si è mai sottratta al confronto. Insomma, faceva il direttore del carcere». 

Il ricordo dei familiari

Sorella del Procuratore Capo presso il Tribunale per i Minorenni delle Marche Giovanna Lebboroni, Santa Lebboroni era stata sposata con l’attuale Presidente del Tribunale per i Minorenni dell’Umbria Sergio Cutrona e lascia due figli: Arianna, studentessa di 21 anni e Giuseppe Cutrona, avvocato di 32 anni. Proprio quest’ultimo porterà per sempre con sé il ricordo di una madre presente e una donna forte: «E’ stata una madre di una forza straordinaria, con una voglia di reagire sempre alle difficoltà, sempre battagliera, anche in questa ultima fase della sua vita dove le speranze si stavano affievolendo. E’ stata anche una madre presente considerando l’impegno del lavoro a cui era chiamata, amorevole e disponibile. E forse lo devo anche al suo esempio la mia scelta di aver intrapreso la professione di avvocato, ricordo che avevo 7 o 8 anni quando mi portò per la prima volta dentro il carcere. Il tema della giustizia è stato tra noi un argomento di discussione e sul quale costruire sempre un bel confronto». 

Le esequie

I funerali di Santa Lebboroni si terranno domani in forma privata, in una chiesa in cui si celebrerà il rito a porte chiuse alla presenza di una sola persona in rappresentanza dell’intera famiglia, nel rispetto delle norme emanate dal Governo per arginare l’epidemia di Coronavirus. 

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