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La cura dei minori disagiati, la Capogrossi: «Le comunità sono una risorsa da valorizzare»

Si è svolto il primo incontro del percorso formativo "La cura dei minori disagiati tra competenze e risorse comunitarie". La giornata a cui hanno partecipato circa 50 operatori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

Si è svolto il primo incontro del percorso formativo "La cura dei minori disagiati tra competenze e risorse comunitarie". La giornata a cui hanno partecipato circa 50 operatori del territorio ha visto il saluto iniziale da parte del direttore dell’Opera Salesiana don Vittorio Pisu, un intervento dell'assessore ai Servizi Sociali - Igiene e Sanità Pari Opportunità - Comune di Ancona Emma Capogrossi e una breve relazione del Prof. F. De Felice (Università di Urbino Carlo Bo). Don Vittorio ha accolto nell’Opera i partecipanti, indicando il percorso come iniziativa che si situa in una continuità storica con l’ispirazione e la tradizione salesiana. La Capogrossi ha evidenziato come, per Ancona, sia un momento importante in cui si sta provando a valorizzare la comunità in quanto risorsa per dare risposta ai problemi sociali; il tema è stato ripreso dal Prof. De Felice che ha fornito un quadro delle novità legislative in ambito di servizi per minori, approfondendo criticità e prospettive. Il seminario è proseguito con un percorso laboratoriale gestito dal Dr. Jamil Amirian, responsabile scientifico del Progetto Il Faro, che ha anche presentato gli altri seminari previsti per il 1 e 8 luglio. I temi che sono stati trattati riguardano le dimensioni organizzative e relazionali, viste come criteri fondanti un servizio che si occupa di minori, in particolare di quelli disagiati.

Gli operatori che fanno parte di un servizio ne condividono i principi di funzionamento, contribuendo con la propria soggettività a definirli e a svilupparli. Questo è un processo che non può essere scontato, ma che richiede rilevanti competenze da parte degli stessi operatori, di gestione sia delle componenti organizzative, sia di quelle più emotive e relazionali. Obiettivo di un’organizzazione che funziona è valorizzare i singoli all’interno delle prospettive comuni. I partecipanti hanno approfondito questo tema sia tramite un confronto in plenaria, sia tramite delle attivazioni in sottogruppi, che hanno evidenziato quanto sia complesso il processo gestionale e interattivo legato ai servizi educativi. Il pomeriggio si è trattato più l’aspetto personale, emotivo e relazionale, inteso come capacità di identificare le proprie attitudini, i propri limiti e i propri vissuti, come risorse e come potenziali aspetti critici. In un’attività realizzata prima individualmente e poi in sottogruppi i partecipanti hanno condiviso e messo a sistema le più comuni questioni che coinvolgono le relazioni sia con gli utenti minori, sia con le famiglie sia con i colleghi. Nel prossimo incontro il tema sarà spostato dalla dimensione organizzativa a quella del metodo educativo, tramite l’intervento di esperti operatori che si confronteranno sui servizi del territorio.

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