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Cronaca

«Ma quale eroe, l'ho fatto per tutti quelli che lavorano onestamente»

Parla Carlo Miglietta, il medico dell'hub Paolinelli che ha denunciato l'infermiere Emanuele Luchetti e il suo sistema di vaccini fake a pagamento

«Ci sono due motivi per cui mi sono comportato così: per rispetto delle persone che lavorano onestamente e per non intaccare la campagna vaccinale».  Così il medico odontoiatra Carlo Miglietta, spiega le ragioni che lo hanno portato a denunciare Emanuele Luchetti e il suo sistema di vaccini fake a pagamento all’hub Paolinelli di via Schiavoni. Prosegue Miglietta: «A livello “micro” la mia idea era quella di isolare e additare chi tiene comportamenti non deontologicamente corretti ed estendo l’ottica per tutelare tutte le persone che lavorano all’Asur e che, ogni giorno, per ore e ore, sono impegnate nella campagna vaccinale. A livello macroscopico, invece, perché sapevo che queste azioni avrebbero potuto falsare le statistiche e quindi andare ad intaccare l’intera campagna vaccinale a livello nazionale». Prima ha fatto finta di stare al gioco, ha registrato lunghe conversazioni, ha perfino accettato dei soldi (prontamente consegnati ai poliziotti) interpretando il ruolo del corrotto che accettava di buon grado di entrare nel business. In realtà, poi, Carlo, staccato il turno, contattava direttamente polizia raccontando tutto agli agenti della Squadra Mobile.

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«Sono un medico – prosegue Miglietta - e tutelare la valenza scientifica del mio lavoro è fondamentale. E poi l’ho fatto anche per tutti i miei colleghi che lavorano onestamente. Inoltre il vaccinatore (sia esso medico o infermiere) assume la qualità di pubblico ufficiale e quindi i suoi atti assumono una portata rilevante. È sempre importante ricordarselo. Ora sono tranquillo, ho fatto il mio dovere». Una serenità che si porterà dietro nonostante il suo lavoro al centro vaccinale stia per concludersi: «Quelli appena trascorsi erano i miei ultimi giorni al Paolinelli. Ho vinto un concorso pubblico e mi trasferirò presto fuori dalle Marche».

Quelle di Miglietta, dunque, sono state ultime settimane piuttosto intense. A partire da inizio dicembre quando l’odontoiatra aveva notato dei gruppi di persone che venivano accolti sempre dalla stessa persona, da Luchetti appunto. Per giustificarsi l’infermiere, che era operativo anche al Centro di salute mentale, gli aveva risposto che quelle persone erano tutte «affette da attacchi di panico». Le sue perplessità sul modus operandi del vaccinatore si sono trasformate in una terribile certezza il 1 dicembre quando, cioè, ha visto con i suoi occhi Luchetti mentre gettava nel cestino la siringa con la fiala ancora piena di soluzione vaccinale. Da lì è scattata la messinscena che ha portato all’arresto di 5 persone. Nella maxi inchiesta Euro Green pass sono finite 45 persone mentre 11 pseudo-pazienti devono essere ancora identificati.

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