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Cronaca

Specializzandi senza vaccino, Borromei: «Non si possono fare distinzioni tra medici»

Mantenere unita la categoria è quello che chiede il Presidente dell'Ordine dei Medici dorici Fulvio Borromei, che punta a soluzioni unitarie e condivise sulla somministrazione dei vaccini

«Occorre creare condizioni di unitarietà per i medici e non dividerli, la battaglia contro il Covid è epocale, serve una classe medica unita, la cui azione va regolata sul principio della condivisione dell'inclusione e non dell'esclusione».

Il riferimento del presidente dell'Omceo Ancona Fulvio Borromei riguarda il caso degli specializzandi dorici rivelato proprio da AnconaToday, i quali, dopo la corretta iscrizione agli appositi elenchi, hanno visto cancellare in blocco la propria vaccinazione a vantaggio dei dipendenti assunti dell'Azienda Ospedaliera di Torrette. L'Ordine dei Medici, con la voce del presidente Borromei, si mette soprattutto a disposizione per trovare «soluzioni ottimali, evitando principi ad excludendum», indicando piuttosto una via che si dimostri «includente e condivisa da tutti e per tutti i medici impegnati a combattere, ognuno nella propria parte, gli effetti della pandemia».

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«Si può comprendere che esistano delle priorità – spiega ancora Borromei – come nelle linee guida del Ministero, ma di contro si devono tener presenti e sullo stesso piano, senza distinzioni, tutte le forze professionali che in questo periodo hanno contribuito, e contribuiscono, fattivamente al funzionamento del sistema sanitario, nazionale e regionale, quindi la questione degli specializzandi va rivista secondo una nuova ottica di ampliamento delle possibilità di vaccinazione e non sulla base di criteri escludenti». E intanto l'Ordine si impegna anche a individuare soluzioni concrete che «conservino l'unità della classe medica». Quali, allora, questi criteri? «Ampliare i posti dove fare le vaccinazioni ad esempio, oppure aumentando la rapidità delle stesse. Soluzioni pratiche si trovano, purché rimanga intoccabile il principio di non lasciar fuori dal processo di vaccinazioni, o di ritardarlo notevolmente, categorie protagoniste anch'esse della lotta al Covid, come gli specializzandi». Fa un esempio, Borromei: «Se si somministrano vaccini ad un intero reparto, si comprendano anche i suoi specializzandi, magari il giorno dopo i dipendenti, evitando però di ritenerli un unico blocco da mettere alla fine della fila”. Altrimenti, fa capire Borromei, si divide la classe medica nel momento in cui c'è, al contrario, assoluto bisogno di unità, garantita esclusivamente da inclusione e condivisione. L'Ordine, dal canto suo, «è in campo, ed è pronto, pur nel rispetto delle linee generali del Ministero, a trovare soluzioni compatibili con l'unità della classe medica, più e meno giovane».

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