Morti bianche, le Marche tra le 10 regioni con più vittime: 23 nel 2016
A riscontrare i dati statistici l'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati INAIL. Ecco la situazione nell'ultimo anno
Le morti bianche in Italia non accennano a fermarsi. Come rilevato dall’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering sulla base di dati INAIL, sono infatti 686 gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro e 249 quelli accaduti in itinere da Gennaio a Novembre 2016. Risulta tuttavia confortante il dato che attesta il decremento della mortalità in occasione di lavoro del 14,3% (114 casi) rispetto allo stesso periodo del 2015.
Le Marche sono tra le 10 regioni con più morti bianche: 23 nel 2016. Ad indossare la maglia nera con il più elevato numero di vittime in occasione di lavoro (84 decessi) è l'Emilia Romagna. Seguono: il Venet (80), la Lombardia (73), il Piemonte (61), la Campania (55), il Lazio (53), la Sicilia (47), la Puglia (45), la Toscana (43). E poi appunto le Marche (29). Mentre l’indice di rischio più elevato rispetto alla popolazione lavorativa viene registrato in Molise (70,4%) contro una media nazionale di 30,6. Seguono Basilicata (55,4) ed Emilia Romagna (43,4). Le Marche in questa classifica sono ottave con un indice del 36.9%. La Valle d’Aosta continua invece ad essere l’unica regione con nessun caso rilevato. Il Sud Italia è la macro area più colpita per indice di incidenza sugli occupati. Si sono potute contare 148 vittime con un indice di incidenza pari a 43,1, seguito anche questo mese dal Nord Est con 112 casi (indice incidenza pari a 36,6). La classifica provinciale per casi totali di infortuni mortali sul lavoro è guidata da Roma con un totale di 32 vittime registrate, seguita da Vicenza e Napoli con 22 casi ciascuno. Ad Ancona nell'ultimo anno ci sono state 8 vittime. La nostra provincia si è attestestata al 40° posto nella graduatoria in base all'indice di incidenza, che risulta essere del 40,5%.
Dando rilevanza al settore economico, si può constatare che nelle costruzioni si conta il maggior numero di morti (103 casi pari al 15%), seguito dalle attività manifatturiere con 93 decessi (pari al 13,6% del totale) e dal settore del trasporto e magazzinaggio (83 casi pari al 12,1%). Tra i decessi sul lavoro, 107 casi (pari al 15,6%) hanno coinvolto lavoratori stranieri, mentre 44 casi pari al 6,4% hanno interessato donne. La fascia d’età che continua a guidare la drammatica classifica con 231 casi e 33,7 punti percentuali è quella compresa tra i 45 e i 54 anni, tuttavia l’incidenza più elevata della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, coinvolge ancora gli ultra sessantacinquenni.