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Cronaca

Conero: le associazioni ambientaliste contro lo “sport degli sceicchi”

Il villaggio internazionale - incluse le stalle per ospitare un centinaio di cavalli - insisterebbe su uno dei pochi ambienti costieri conservatisi liberi: "assurdo danneggiare un territorio per promuoverlo"

Le associazioni ambientaliste (il circolo anconetano di Legambiente Il Pungitopo e la sezione dorica di Italia Nostra) fanno un ragionamento semplice: “sarebbe assurdo danneggiare un territorio per promuoverlo”. Oggetto della discordia è il Marche Endurance Lifestyle, la “maratona a cavallo” che si dovrebbe svolgere nel Parco del Conero il prossimo mese di giugno.
L’evento è imperniato sulla promozione dei rapporti con i partner commerciali degli Emirati Arabi Uniti e prevede, oltre ad incontri istituzionali e workshop economici, una gara di endurance, sport molto diffuso nel Paese arabo, tanto da essere conosciuto come "lo sport degli sceicchi".
Nonostante un silenzio rotto solo recentemente, l’evento sembra in una fase organizzativa già molto avanzata. Sul sito appositamente creato, campeggia già in bella vista la simulazione del villaggio equestre che dovrebbe sorgere alla foce del Musone, base logistica della manifestazione sportiva.
“Della promozione territoriale delle Marche e del Parco del Conero non possiamo che rallegrarci, auspicando un proficuo svolgimento dell’evento” dichiarano i rappresentanti delle Associazioni, che proseguono: “Ci lasciano però molto perplessi alcuni aspetti delicati e controversi”.

Il villaggio internazionale – spiegano –  ossia l’insieme delle strutture al servizio dell’evento, incluse le stalle per ospitare un centinaio di cavalli, insisterebbe su uno dei pochi ambienti costieri conservatisi liberi, seppur assediati, dalla cementificazione selvaggia che ha interessato il resto del litorale. Pur rimanendo all’interno del Parco, si possono sicuramente individuare contesti territoriali di minor pregio ambientale, sui quali le attività equestri non provocherebbero analogo impatto.
La foce del Musone è zona di riserva naturale e perciò sottoposta a livelli di tutela atti a conservarne i valori ambientali, impedendo trasformazioni edilizie o urbanistiche, anche temporanee. L’Ente parco non a caso ha già messo nero su bianco che la realizzazione del villaggio internazionale in quella zona risulta ad oggi inattuabile perché in contrasto con le norme vigenti.

L’ipotesi che sembra trovare crescente sostegno dalle Istituzioni coinvolte – Regione, Ente Parco e Comune di Numana – sarebbe quella di scavalcare la normativa vigente, adottando misure in deroga che consentirebbero la realizzazione del villaggio, senza considerare i pregi ambientali che gli stessi soggetti hanno già ritenuto degni di tutela nei loro piani territoriali.
Tutto ciò senza ancora un progetto edilizio ben definito e soprattutto senza che le Istituzioni abbiano cercato un vero dialogo con i cittadini, tranquillizzandoli solo con generiche valutazioni scientifiche e prospettive di vantaggiosi investimenti per riqualificare il territorio dopo la gara.
“Auspichiamo che prevalga il buon senso e che si riveda la localizzazione del villaggio” concludono le associazioni. “Sarebbe assurdo danneggiare il territorio con l’obiettivo di promuoverlo”.
 

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