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Cronaca

Terremotati senza casa, senza lavoro e senza risposte: la rabbia in Regione

Intorno a mezzogiorno e mezzo poi una delegazione di terremotati è stata ricevuta a Palazzo Li Madou dal responsabile dell'Ufficio ricostruzione Cesare Spuri, da Fabio Sturani e Sara Giannini

A 6 mesi dal terremoto ci sono ancora migliaia di sfollati, stalle distrutte, città fantasma, zone da urbanizzare per l’installazione di casette mai arrivate, mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità di un pantano burocratico di cui non si vede fine (LEGGI IL NOSTRO REPORTAGE). E’ terminata la pazienza dei marchigiani, quelli del cratere, che oggi non vedono un domani e si sono mossi sotto la bandiera dell’associazione “Terre in moto” di cui fanno parte anche i centri sociali, manifestando sotto la sede della Regione Marche. Sono arrabbiati e chiedono a gran voce al Presidente Luca Ceriscioli risposte puntuali. Non più soltanto sulle casette e sul lavoro perché oramai la posta in gioco è più alta: si rischia la desertificazione sociale ed economica di mezza regione. «Abbiamo un bisogno unico e dirompente - ha detto Raffaele Pozzi, terremotato del Maceratese - Il bisogno di non essere più abbandonati, per far rinascere un territorio e dare vita ad una nuova visione con chi questi appennini non le ha mai abbandonati». E così stamattina, intorno alle 10, si sono ritrovate un centinaio di persone provenienti da tutte le Marche: Macerata, Senigallia, Fabriano, Sarnano, Bolognola, Montegallo, Esanatolia, Amandola, Pieve Bovigliana, Fiastra, Camerino, San Ginesio, Tolentino, Serra Petrona, Belforte del Chienti e Caldarola. Tutti sotto Palazzo Raffaello al motto “Daje Marche”, “Contro la strategia dell’abbandono” e “Cercasi politici competenti perché di incompetenti siamo al completo”. Cosa chiedono i marchigiani sfollati? Tra le tante cose il recupero dei ritardi e la velocizzazione nella predisposizione delle schede Aedes,  l'installazione di moduli provvisori per gli allevatori, il sostegno al settore ed alla filiera agroalimentare, la destinazione delle risorse regionali liberate dalla mancata compartecipazione al Programma di sviluppo rurale e il recupero del senso di comunità attraverso strutture destinate ad attività sociali e integrative. E così intorno a mezzogiorno e mezzo una delegazione di terremotati è stata ricevuta a Palazzo Li Madou dal responsabile dell'Ufficio ricostruzione Cesare Spuri, da Fabio Sturani e Sara Giannini.

L'INCONTRO. Le risposte? Non soddisfacenti per i cittadini. I 3 delegati dello staff presidenziale avrebbero ammesso di non essere in grado di garantire tempi certi sulle casette, che i mesi trascorsi sono stati troppi, per cui ora i sindaci devono ricontare le esigenze degli sfollati, nel frattempo cambiate, e ricomunicarle. Si sta anche trattando con gli albergatori affinché si rendano disponibili ad ospitare i marchigiani in difficoltà fino al 31 dicembre prossimo, ma anche su questo non vi è certezza. L'unica sicurezza sarebbe la procedura per l'installazione dei container stalla a favore degli allevatori, già attivata e operativa. «Siamo contenti perchè ci hanno ricevuto e hanno dialogato con noi e perché ci hanno garantito che stanno lavorando giorno e notte sulla cosa - ha detto Enza Amici di Terre in Moto - però mancano ancora garanzie e noi non ci fermeremo, Terre in Moto monitererà e terrà insieme le persone oggi lontane perché non si diperdano forze». Dal canto suo Spuri ha spiegato che «Non è stato perso un solo giorno dalle scosse del 24 agosto in avanti per affrontare un’emergenza di dimensioni epocali aggravata dal maltempo e con 25 mila sfollati. La Regione non ha mai abbandonato nessuno. L’obiettivo è riportare gli sfollati nei territori di appartenenza tenendo conto che anche noi dobbiamo rispettare le norme e le leggi che hanno tempi».

Terremoto, manifestazione sotto la Regione

LE TESTIMONIANZE. Intanto la manifestazione ha presidiato fino al primo pomeriggio. Dito puntato è infatti contro la giunta regionale che, fino ad oggi, non è stata in grado di andare incontro ai bisogni dei proprio cittadini, quelli più in difficoltà, quelli che oggi non hanno più una casa. Come l’avvocato Gabriella Ciarlantini di Macerata che non solo da mesi è ospite di un amico ma ha anche una zia anziana costretta ad andare in Tunisia. «Siamo stufi - ha detto Claudio Bellini, titolare di un campeggio e un ristorante ad Ussita e che oggi vive in affitto a Porto Recanati - Vogliamo che questi politici incompetenti e ci dimostrino di essere competenti. E’ un marasma burocratico con i sindaci che non hanno nessun potere e loro in questo palazzo che non sono stati capaci di farci arrivare 4 stabili in 5 mesi». Alessandro Rossettani, insegnante di 45 anni del maceratese, ha detto: «E’ dal 15 dicembre che devo lottare con tutte le difficoltà della burocrazia, per cui continuo a ripetere le stesse procedure per poter rientrare in casa mia e nel frattempo sto ricominciando una vita in un’altra casa dove pago doppio con le utenze della vecchia casa. Vogliamo chiarezza nelle procedure». Emanuela Leli aveva un campeggio e il ristorante “Il Quercione a Ussita” e ha perso tutto. «Voglio sapere se posso riaprire, quando arrivano le casette , quando potrò riavere il mio lavoro. Oggi vivo a Porto Recanati in una casa in affitto e voglio sapere come faranno a ridarci la vita di prima». E’ emozionato Francesco Vegliò, dipendente della Regione, senza più una casa e ora residente in un agriturismo di Treia: «Casa mia è distrutta, ho fatto domanda per una casa di legno ma ancora nulla, ho un’angoscia dentro che non riesco a togliermi di dosso».

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