Studenti: la protesta in piazza per difendere la scuola pubblica
Si è tenuta sabato la manifestazione degli studenti con cui si conclude una settimana di proteste in tutta la provincia. La rabbia degli studenti in piazza per dire no ad una scuola privata e ai tagli del ddl ex Aprea
Più di 4mila, forse 5mila studenti, sabato mattina, sono scesi in piazza per esprimere il loro disagio verso le riforme adottate dal Governo nell'ambito dell'istruzione pubblica. Da piazza Cavour fino a piazza Ugo Bassi, passando per via Marconi e per gli Archi. Chilometri scanditi da slogan e urla contro il ddl 953 ex Aprea, contro la privatizzazione della scuola e contro i tagli all'istruzione. I ragazzi hanno marciato compatti e ordinati: prima il Galilei, poi Rinaldini, Savoia Benincasa, Corridonia Campana. Ma c'erano anche Istvas, Ipc Podesti, Volterra Elia, Mannucci, Einstein Nebbia.
"La scuola non è un'azienda" recitava un cartellone e poi "Stato 0 in condotta". Cori come "Il futuro dell'Italia siamo noi" e "Noi vogliamo il nostro futuro" hanno rotto il silenzio del sabato mattina nel centro di Ancona. Cori anche pesanti nei confronti dei Ministri Elsa Fornero e Francesco Profumo.
Un centinaio di uomini presenti per le Forze dell'Ordine (Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri), che hanno accompagnano la protesta. Alcuni uomini delle Fiamme Gialle avevano ancora le divise e i caschi sporchi di vernice, per il lancio di uova della manifestazione di quattro giorni fa. Ma questa volta è andata diversamente. Gli studenti, coordinati dalla Rete degli Studenti Medi Don Chisciotte, hanno protestato in maniera pacifica e non violenta.
All'altezza della Galleria San Martino, qualcuno ha lanciano sul lungomare Vanvitelli una bomba carta: attimi di incertezza ma nessuno ha espresso favore per l'atto di violenza. Anzi i rappresentanti degli istituti in capo al corteo hanno pubblicamente condannato il gesto. Giulia Lucarini, dell'Ipc Podesti ha preso il microfono e ha detto: "Non si lanciano bombe e petardi perchè la nostra è una protesta pacifica. Con la violenza non si risolve mai nulla". Lo avevano detto nella scorsa settimana e così è stato.
Momento particolare all'altezza di piazzale Italia, quando i ragazzi hanno cantando l'inno d'Italia a squarciagola. Subito dopo, dagli stessi ragazzi è partita "bella ciao" e c'è chi non ha gradito: "Ho portato i miei ragazzi per una manifestazione politica ma non partitica – ha detto Alessio Iacoangeli, rappresentante d'istituto del Cambi Serrani di Falconara – Sia studenti di destra che di sinistra vengono danneggiati dalla riforma". Ma è stato solo un momento perchè per quattro ore studenti di ogni idea politica ieri erano uniti dal sentimento di piazza.
Presenti anche una ventina di lavoratori della Fincantieri, perchè "Il futuro del paese passa per la scuola pubblica. Le navi del domani le costruiranno questi ragazzi – detto Pierpaolo Pullini – Siamo con loro perché siamo convinti che esiste un altro modello basato sulla sostenibilità, sulla ricerca e non sui tagli".
La manifestazione si è conclusa intorno alle 12,30. Così per molti istituti scolastici finisce la protesta e l'occupazione delle scuole. Per altri invece si potrebbe andare avanti ad oltranza e non è scontata l'occupazione dell'Ipc Podesti.