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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Roma

Carc e Asp manifestano a Piazza Roma: “No alla persecuzione dei comunisti”

I manifestanti hanno sventolato bandiere rosse e venduto gadget e libri del movimento per raccogliere fondi e pagare le spese legali del procedimento a carico di Pietro Vangeli (Carc) e Massimo Amore (Asp)

In coincidenza con il processo d'appello in corso ad Ancona a carico di Pietro Vangeli (Carc) e Massimo Amore (Asp), condannati in primo grado per diffamazione ai danni del pm Paolo Giovagnoli, in servizio a Bologna all'epoca dei fatti, una ventina di esponenti dei Carc, Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, e dell'Asp, Associazione solidarietà proletaria, hanno manifestato questa mattina a piazza Roma per solidarietà nei confronti degli imputati.

I manifestanti hanno sventolato bandiere rosse dei Carc e venduto gadget e libri del movimento per raccogliere fondi e pagare le spese legali del procedimento. In uno striscione hanno scritto "No alla persecuzione dei comunisti".

IL PROCESSO. Il processo scaturisce da una denuncia del pm che, per alcune sue inchieste che avevano riguardato Carc e Asp, era stato definito “novello Torquemada” e “pm da 270 bis facile”: da qui il reato di associazione sovversiva da cui i movimenti erano stati poi scagionati. In primo grado, nel 2009, Vangeli e Amore erano stati condannati al pagamento di 1.500 euro di multa ciascuno e a risarcire la parte offesa con 20 mila euro.

LA SENTENZA. Non luogo a procedere per tardività della querela nei confronti di Pietro Vangeli (Carc) e conferma della condanna a 1.500 euro di multa e 10mila euro di risarcimento per Massimo Amore (Asp) per diffamazione del pm Paolo Giovagnoli che era in servizio a Bologna. Questo il verdetto della Corte d'appello di Ancona.
Per Vangeli i giudici hanno accolto la tesi difensiva dell’avvocato Paolo Cognini, ritenendo che la querela arrivò dopo i 90 giorni previsti per presentarla. Querela legittima invece, secondo i giudici, per l'altro capo d'imputazione contestato ad Amore e riguardante volantini distribuiti in un periodo successivo: l'esponente dell'Asp aveva definito nei volantini il magistrato come uno degli "inquisitori dello stato borghese che cerca di colpire il rinascente movimento comunista servendosi delle leggi speciali antiterrorismo e di mezzi spesso illegali".

(ANSA)

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