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Cronaca Osimo

Finanziere accusato di maltrattamenti: «Lei era gelosa, mi sono solo difeso»

Sul banco degli imputati il 45enne che ha risposto alle accuse dell'ex compagna. La donna avrebbe subìto per anni le offese dell'uomo e in un'occasione era anche finita al pronto soccorso

«Cercavamo una via d'uscita comune a una cosa che non funzionava più. Io non ho mai picchiato né insultato la mia ex. Una volta le ho preso le braccia per fermarla visto che mi schiaffeggiava la testa. Lei dice che nostri figli si travestivano da supereroi per proteggerla da me? Indossavano decine di maschere diverse. Il più grande ha iniziato con Spiderman ma poi ci sono stati altri traversimenti. Anche in vacanza, ad esempio, indossava la tuta da Power Rangers. Era un gioco che avveniva quotidianamente». Si difende così dalle accuse di maltrattamenti aggravati in famiglia il finanziere di 45 anni che questa mattina è salito sul banco degli imputati in tribunale ad Ancona davanti al giudice Carlo Cimini. 

Le offese e le botte

La donna 48enne durante l'udienza del 23 giugno aveva accusato l'ex compagno di averla riempita di offese e umiliazioni per due anni (dal 2016 al 2018) chiamandola addirittura davanti ai bambini «utero in affitto». Così l'uomo ha risposto alle accuse: «Conosco la mia ex da vent'anni. Prima di stare insieme eravamo amici, abbiamo fatto tanti viaggi in giro per il mondo, da Cuba alla Thailandia. Per me quello era un modo di scherzare, pensavo di poterlo fare con una persona che conosco da così tanto tempo». 

L'episodio più grave si sarebbe verificato nel 2017 quando la donna, ex vigilantes, dopo un'accesa discussione nella loro casa di Osimo aveva riferito di essere stata colpita con un cazzotto dal compagno, tanto da dover ricorrere alle cure ospedaliere. «Io non sapevo nemmeno che fosse andata al pronto soccorso - dice l'uomo - l'ho saputo poco tempo fa. In quell'occasione ricordo di aver accompagnato i bambini a scuola e lei ha iniziato a farmi domande su dov'ero stato e di cosa avevo parlato con gli amici. Io le ho detto che avevamo parlato anche di lei e così ha cominciato a darmi degli schiaffetti sulla testa in modo sempre più vigoroso. Le ho detto di smetterla ma lei continuava e così le ho bloccato le mani per fermarla. Le nostre litigate avevano un tema comune, cioè la gelosia».

Una storia finita

Stando al racconto dell'imputato, difeso dagli avvocati Eleonora Tagliabue e Francesco Nucera, la donna alla fine del 2017 avrebbe intrapreso una nuova relazione con un uomo. «Lui entrava e usciva da casa nostra - dice - ma solo quando non c'ero io. E' stato un vicino di casa ad avvertirmi. Così l'ho chiamato per dirgli di non presentarsi più a casa mia quando non c'ero». Allo stesso tempo, però, ha dichiarato: «Lei era gelosa e aveva paura che con la separazione i bambini non avrebbero più visto il loro papà. Diceva sempre che ero assente e che non era felice. Volevo che avesse accanto una persona differente da me». 

La dieta e il metodo educativo 

Tra le offese che la donna si sarebbe sentita rivolgere dall'ex c'erano quelle relative al suo modo di cucinare: «Mi diceva - aveva detto - che i bimbi non mangiavano perché faceva schifo quello che cucinavo». Lui ha risposto: «Seguivamo di comune accordo un regime alimentare macrobiotico dal 2006. I bambini, invece, mangiavano di tutto, anche la carne. Eravamo d'accordo fin dall'inizio sul metodo con cui crescere i figli». In aula questa mattina era presente anche l'ex compagna che si è costituita parte civile con l’avvocato Alessio Stacchiotti.

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