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Cronaca

Edi Ragagli al Rotary Club Falconara per parlare di infiltrazioni mafiose

Il magistrato: «La Provincia di Ancona fu a rischio negli anni 90. Oggi rischio di infiltrazioni in ogni impresa, ma rimane il lato violento delle mafie”

Ospite del Rotary Club di Falconara Marittima il Magistrato Edi Ragaglia, Magistrato del Tribunale di Ancona ed ex consulente presso la Commissione di Inchiesta Parlamentare sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. Il Magistrato ha percorso la storia delle mafie nella nostra regione, spiegando al Club l'identità e il modus operandi delle mafie moderne.

«Nelle marche e nella provincia di Ancona c'è stato un tentativo di e radicamento mafioso negli anni 90. Avevamo dei “confinati speciali”, ovvero persone sospettate di essere vicino alle realtà mafiose e inviate al centro nord Italia. Una legge fortunatamente abolita nel '97 ponendo fine al fenomeno, culminato nel '96 con la strage di Sambucheto, e che porto nel territorio marchigiano due realtà, una vicino ai Casalesi e una proveniente dalla 'Ndrangheta. Non è finita però anche nel nostro territorio la battaglia alle mafie “Dobbiamo renderci conto che “mafia” non è una solo una denominazione, ma un pericolo nei nostri territori e per la nostra economia. Ricchezze smisurate vengono riversate nella economia legale compromettendola».

Racconti che prendono vita con particolari suggestivi, come gli hangar pieni di banconote in attesa di essere riciclate rosicchiate dai topi. Milioni di euro, che fanno gola anche all'economia legale, che spesso si lascia tentare dai capitali di origine mafiosa, oggi soprattutto all'estero: «Sembra esserci la convinzione che i soldi facciano circolare benessere, ma è un'economia inquinata. Se poco lo avvertiamo noi ancora meno all'estero, come in Spagna o Canada. Le mafie investono ovunque: turismo, agriturismo, alberghi. Ristoranti; dove c'è business c'è il soldo della mafia».

Ma non bisogna farsi incantare dall'abito elegante e l'aspetto imprenditoriale delle associazioni mafiose del terzo millennio. Rimane infatti intrinseco nella criminalità organizzata il lato violento e selvaggio, sempre pronto ad emergere in caso di necessità. Il Magistrato Ragaglia lo ricorda citando la storia di Maria Concetta Cacciola. Reclusa in casa dopo la carcerazione del marito, affiliato ad una potente 'ndrina, Maria Concetta denuncio la proprio famiglia per conquistare la libertà dei suoi trenta anni. Fu uccisa dai suoi stessi familiari che le fecero ingoiare dell'acido simulando un suicidio. «Una storia che sembra venire da altri mondi, da u altro tempo, ma che è successa nel 2010 in Italia. Anche per questo continuo a parlare di criminalità organizzata dopo la mia esperienza nella commissione antimafia. Più importante che mai fare divulgazione oggi, sopratutto nelle scuole».

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