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Cronaca

Omicidio di Collemarino: Giustini confessa, «Sentivo le voci»

Giustini ha risposto a tutte le domande. Alla fine il gip ha convalidato l'arresto e ha accolto la richiesta del pm degli arresti domiciliari, nel reparto di psichiatria dove è piantonato giorno e notte

“Sono stato io a colpirla. E’ stata la voce a dirmi che dovevo farlo”. Così ha confessato Luca Giustini, il papà 34enne che ha ucciso la sua bimba di 18 mesi con 5 coltellate all’altezza del torace, mentre lei era nella culla a dormire. Un delitto atroce che non si può spiegare con la razionalità. Eppure per lui, papà premuroso e appassionato di calcio, c’era una ragione per uccidere la figlioletta: glielo hanno ordinato le voci. Quelle che, nella sua mente, si erano palesate di recente e che, solo negli ultimi giorni, erano diventate un’ossessione. Un martello pneumatico che non voleva smettere di rimbombare e che, domenica scorsa, ha fatto scattare qualcosa nella fragile mente del macchinista ferroviario. Ieri, in fase di interrogatorio, Giustini ha spiegato che sono state quelle voci a indurlo ad uccidere la figlia. Tuttavia Giustini non ha spiegato perché si è accanito proprio sulla figlia.

GLI APPUNTI. Le stesse voci che aveva cominciato a trascrivere in un quadernone, trovato dagli agenti della polizia scientifica lunedì scorso dentro uno zaino, all’interno della sua auto. Su quei pezzi di carta Giustini “catturava” ogni parola che gli faceva eco nella testa. Dieci pagine con su scrtitto frasi praticamente illeggibili. Le uniche parole comprensibili sono: “Progetto di Dio da attuare”, “figlia”, “voci”, Signore”. Insomma, Giustini era convinto di essere mosso dal divino. Ormai non era più quell’amorevole padre che tutti i residenti di Collemarino erano soliti vedere al parco degli Ulivi, sempre sorridente, sempre pronto a scambiare due parole, sempre disponibile per la famiglia e per lei, la moglie, infermiera anconetana di 34 anni.

Quell’uomo non c’é più. Giustini, lo confermano molti amici, ultimamente era cambiato. Era diventato più pensieroso, più cupo  e schivo nei confronti degli altri. In una dura lotta contro i suoi più reconditi fantasmi, ha cercato di dare una spiegazione a quello che gli stava capitando. Al punto da avvicinarsi al mondo del paranormale e pensare che qualcuno, dall’aldilà, potesse cercare di comunicare con lui. Una condizione psicologica che, secondo alcuni specialisti, aveva affondato le sue radici da tempo.

INTERROGATORIO. E’ questo il quadro emerso ieri nell’interrogatorio, dove il pm titolare dell’indagine Andrea Laurino ha interrogato l’indagato per 2 ore, dalle 9:30 alle 11:30. Giustini, difeso dall’avvocato Alessandro Scaloni, ha risposto a tutte le domande. Alla fine il gip Carlo Cimini ha convalidato l’arresto effettuato dai carabinieri di Ancona e ha accolto la richiesta del pm degli arresti domiciliari, nel reparto di psichiatria dove è piantonato giorno e notte. 

INDAGINI. Ora è la svolta. Il pm ha in mano una confessione dell’indagato, per cui il caso è quasi in cassaforte. Manca solo una cosa: capire se quest’uomo sia effettivamente capace di intendere e di volere. Per fare questo servirà una perizia psichiatrica che, a giorni, sarà ordinata dal pm. Minor importanza ormai viene data alla pista di presunti farmaci che il 34enne avrebbe assunto per aumentare la massa muscolare. Per Giustini la procura ha già ordinato una serie di analisi, ma ormai, dopo ieri, qualsiasi risultato sposterebbe poco il quadro giudiziario.

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