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Cronaca

Lirica nelle Marche, Jesi e Ancona contro tutti ma la Regione pensa a unire i consorzi

L'assessore Pieroni auspica un consorzio unico ma al momento la situazione regionale vede Jesi e Ancona da una parte e il resto dei teatri (compresi Rof e Sferisterio) dall'altra. Fano, Fermo e Ascoli: +35% di spettatori

Da una parte Pesaro, Fano, Macerata, Fermo e Ascoli. Dall'altra Ancona e Jesi. Nelle Marche, "regione al plurale", anche la lirica è spaccata in due. E deve essere stata proprio la presentazione del direttore artistico unico di Ancona Jesi Opera, il consorzio che prepara un'unica stagione per Muse e Pergolesi, a indurre l'antagonista, Rete Lirica delle Marche, di cui fanno parte i teatri di Fano, Fermo e Ascoli, lo Sferisterio di Macerata, il Rossini Opera Festival, la Filarmonica Marchigiana e il Consorzio Marche Spettacolo, a fare un bilancio del primo anno di attività.

Come è andata la stagione 2015? I tre titoli in coproduzione (L'elisir d'amore, Il barbiere di Siviglia e Madama Butterfly) hanno generato 12 spettacoli tra i teatri della Fortuna (Fano), dell'Aquila (Fermo) e Ventidio Basso (Ascoli) con 6343 spettatori (il 35% in più se si considera la somma dei tre teatri nel 2014) per 144mila euro d'incasso (+12%), generando occupazione per 400 persone (per un terzo under 35) impegnate in 4700 giornate di lavoro. «Credevamo nel progetto e i numeri ci premiano» commenta Luciano Messi, direttore di produzione dello Sferisterio di Macerata. Ancona non viene mai nominata se non tra le righe. Alessio Vlad, direttore artistico della Rete, che ben conosce il capolugo dorico avendone guidato a più riprese la stagione lirica parla della Rete come del «coronamento del mio lavoro nelle Marche, una regione con così tanti teatri. Appena arrivato qui, nel 2004, ho subito capito che questa era la direzione giusta per la lirica». Più diretto Carlo Maria Pesaresi, presidente del Consorzio Marche Spettacolo. «Questi sono i risultati che portiamo – dice - e siamo sempre aperti a valutare nuove collaborazioni» ha detto, lasciando intuire come la proposta di mettersi a un tavolo con il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, sia rimasta lettera morta.

Dunque, si resta separati. Il motivo è presto detto. Jesi, per tradizione e per qualità, si è sentita esclusa dalla partita e ha deciso di giocare in solitaria. Ancona, nonostante sia la terra natia di Franco Corelli e un periodo d'oro dopo la riapertura delle Muse, langue da anni sulla lirica. Nel dubbio si è avvicinata al Pergolesi. Il resto lo ha fatto il lassismo della Regione Marche che, in vista delle Elezioni 2015, ha preferito non scontentare nessuno anziché agevolare (se non imporre, visti i tempi) un'unica rete regionale per abbattere costi e aumentare offerta e qualità. L'assessore alla Cultura, Moreno Pieroni, dopo aver elogiato l'arrivo di De Vivo a direttore di Jesi Ancona Opera, ha ribadito che la Regione continuerà «a sostenere l'iniziativa coinvolgendo tutti quelli che fanno lirica nelle Marche. Ci auguriamo che entrino a far parte della Rete anche il Teatro delle Muse di Ancona e il Pergolesi di Jesi, con i quali sarò felice di confrontarmi in futuro».

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