Mare: la tartaruga “Piemonte” è tornata finalmente libera
In concomitanza con la Festa del Mare la Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine ha rimesso in libertà la tartaruga "Piemonte" a circa due miglia dalla costa di Ancona
In concomitanza con la Festa del Mare di Ancona, a circa due miglia dalla costa, la Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine, in collaborazione con la Capitaneria di Porto, ha rilasciato ieri in libertà un esemplare di Caretta caretta.
La tartaruga – chiamata “Piemonte” in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia - era stata rinvenuta nel febbraio 2011 a Porto Recanati dalla Guardia Costiera locale e presentava una grave ferita alla pinna natatoria anteriore sinistra.
Dopo molti mesi di degenza presso l’ospedale veterinario della fondazione Cetacea di Riccione, a seguito di un delicato e innovativo intervento chirurgico, “Piemonte” ha riguadagnato finalmente l’Adriatico. La storia del recupero è stata raccontata presso la Capitaneria di porto di Ancona, da parte del medico veterinario Giordano Nardini che l’ha avuta in cura.
All’iniziativa erano presenti il Direttore Marittimo delle Marche Giovanni Pettorino, il dirigente regionale del settore Tutela della biodiversità, Claudio Zabaglia, l’ambasciatore Fabio Pigliapoco segretario dell’Iniziativa Adriatico Ionica, rappresentanti della Rete regionale per la conservazione delle tartarughe marine.
“La storia della tartaruga – ha detto Pettorino – rappresenta una riappropriazione del nostro mare, risorse che necessita di cura per essere consegnata alle future generazioni. La forte antropizzazione della costa è un pericolo per questo animale ed è quindi necessaria grande attenzione all’ambiente marino. Oggi capita anche, come mi è successo recentemente in immersione notturna a Numana, di incontrarne e di vedere come abbiano bisogno di vivere con tranquillità il proprio habitat”
“La tartaruga marina – ha detto Zabaglia - è stata scelta come animale simbolo, specie fortemente tutelata dalla Comunità europea per la sua valenza ecologica nell’ecosistema marino. Le tartarughe marine sono le protagoniste d’una storia millenaria nel Mare Nostrum, che solcano da 300 milioni di anni. Allo stato attuale la ricchezza di nutrienti e il progressivo riscaldamento delle acque fanno sì che un numero crescente di esemplari possano ormai permanere alle nostre latitudini anche nelle stagioni avverse. Questi animali silenziosi ed elusivi nella loro ricerca di cibo e di luoghi per la nidificazione, possono davvero diventare ambasciatori di un messaggio di tolleranza, di pace e di cooperazione, principi fondanti della Strategia Adriatico-Ionica che sotto l’egida del Segretariato ospitato ad Ancona aspira a costruire l’omonima Macroregione con gli otto paesi aderenti”.