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Cronaca

Celle disumane e difficile convivenza tra cristiani e musulmani: «Ecco la mia vita in carcere»

Nella missiva si parla anche di ritardi nella consegna dei pacchi provenienti dall’esterno con generi alimentari. I detenuti hanno dovuto aspettare settimane a causa dell’assenza del personale

Restano alquanto critiche le condizioni delle carceri anconetane, in particolare la casa circondariale di Montacuto dove un grave sottorganico della Polizia Penitenziaria e degli educatori si somma all'assenza del direttore e del Provveditore regionale, come già racconato in numerosi servizi di AnconaToday delle settimne scorse. I sindacati sono sul piede di guerra ma ancora non sembra muoversi nulla, né per una migliore condizione lavorativa degli agenti, vittime di violenza da parte di alcuni detenuti, né per la dignità della stessa popolazione carceraria costretta a scontare lapena al di sotto del livello di umanità ma anche al di fuori della legalità imposta dalle leggi italiane ed europee. Proprio alla redazione di AnconaToday è arrivata la lettera di un Francesca Petruzzo-2detenuto marchigiano di 29 anni, recluso nel carcere di Montacuto e che, tramite il suo avvocato Francesca Petruzzo (foto a sinistra), ci racconta come si vive da detenuto. Noi la pubblichiamo integralmente. 

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Lettera dal carcere

"Venerdì 25 agosto nei reparti delle sezioni comuni sono state aggiunte una decina di brande in eccedenza distribuite tra 3°,4°,5°,6°, cosicché nelle stanze detentive si raggiungeva un numero complessivo di 5 brande creando così una condizione di sovraffollamento, non essendo più rispettati i parametri della normativa CEDU, che pongono come misura minima di spazio calpestabile 3,30 mq. Ne è seguita una protesta pacifica di tutti i detenuti del 3° e 4° reparto che prima del rientro finale delle 20, per segnalare l’esasperazione che si veniva a creare, hanno smontato le brande in eccedenza non rientrando nelle proprie celle all’orario di chiusura. Seppur una violazione del codice penitenziario, per tutta la durata della protesta i modi sono stati sempre pacifici e disposti al dialogo con il personale di polizia penitenziaria e all’arrivo del commissario, a cui sono state manifestate le problematiche, tutto è rientrato immediatamente. I problemi rappresentati, a fronte della decisione del provvedimento, andavano a tutelare le condizioni di vita dei detenuti e del personale di polizia penitenziaria, visto che le condizioni di sovraffollamento causeranno un inevitabile aumento del malfunzionamento della casa circondariale di Ancona-Montacuto. Il personale di polizia penitenziaria non è in numero sufficiente rispetto alla popolazione carcerarie e ciò causa un aumento delle ore di lavoro e di straordinario peraltro non retribuite. Inoltre la carenza del suddetto personale causa una carenza per il servizio di piantonamento o scorta. I detenuti non effettuano un regolare periodo di convalescenza in ospedale quando necessario e sono costretti a rinunciare a presenziare alle udienze. I detenuti lamentano di non essere seguiti dal personale educativo per il loro programma trattamentale. Dopo aver fatto domanda per colloquiare con gli educatori trascorrono anche mesi, non per demerito del personale ma perché a fronte di più di 300 detenuti ci sono tre educatrici. Malfunzionamento del servizio odontoiatrico: da anni nei confronti del dentista dell’istituto sono state emesse denunce e plurime raccolte firme per l’evidente inefficienza e mancanza di professionalità. Inoltre è previsto che le brande in eccedenza dovranno essere montate in ogni cella, così il totale dei detenuti passerà da 46 a 58/59 per reparto.

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Da segnalare da tempo l’innalzamento del tasso di conflittualità tra detenuti e personale di polizia penitenziaria e detenuti stessi. Diverse sono state le aggressioni che si sono registrate negli ultimi tempi. La struttura presenta molte problematiche: detenuti con problemi psichiatrici, di tossicodipendenza che necessiterebbero di trattamenti e reparti specifici sono mescolati al resto della popolazione detenuta. Questo fa si che la convivenza tra le parti sia resa ancora più complicata. Altri problemi sono causati dall’indice ormai elevato di eterogeneità culturali presenti nell’istituto, le presenze di etnie diverse sono causa di conflittualità e disagio, una gran percentuale di detenuti stranieri non ha nemmeno la conoscenza della lingua italiana. Nell’istituto, negli ultimi periodi, si registrano sovente ritardi nella consegna dei pacchi provenienti dall’esterno che possono contenere generi alimentari. I detenuti hanno dovuto aspettare settimane per la loro consegna, nonostante consegnati dalla posta al carcere, causa sempre l’assenza del personale. Ritardi di giorni sono avvenuti anche per la consegna dei vaglia, l’assenza di personale ha causato problemi con il centralino e i detenuti non hanno potuto mettersi in contatto con i propri avvocati. All’interno della casa circondariale ci sono 4 celle inagibili: celle numero 933, 935 IV reparto; 903, 907 VI reparto. Nonostante i lavori di ristrutturazione conclusi recentemente le celle non sono oggetto di riparazione perché dal provveditorato non vengono stanziate le cifre necessarie (circa 16.000 euro). L’eccedenza dei detenuti e il continuo flusso di nuovi giunti fa si che essi debbano permanere per giorni in isolamento o zona filtro. La zona dell’isolamento versa in condizioni disumane e non accettabili per le più basilari condizioni di vivibilità: sporcizia, mancanza di armadietti, tavoli, tv. Le celle sono “lisce” adibite alle punizioni. La cucina non è capace di sopportare la varietà dei vitti. La differenza tra cristiani e musulmani fa si che di regola molti piatti non vengano cucinati per la presenza di carne di maiale e si adotta una uniformità del menù per venire incontro alle diverse esigenze, non rispettando così appieno le tabelle ministeriali per i detenuti che presentano disturbi alimentari come diabetici e celiaci, che sono costretti a mangiare quasi sempre la stessa pietanza. Dal 2014 ad oggi si sono registrati 5 decessi, sintomi delle precarie condizioni di vita a Montacuto, della mancanza di sorveglianza e della mancanza di cure idonee in caso di gravi patologie".

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