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Cronaca

Lavoro dipendente, i sindacati: «Marche ultimo vagone del treno della ripresa»

Un numero che torna a crescere per la prima volta dopo diversi anni con un incremento di circa 6 mila lavoratori

Secondo i dati dell’INPS elaborati dall’IRES Marche, nel 2016, nelle Marche risultano occupati 394 mila lavoratori dipendenti privati. Un numero che torna a crescere per la prima volta dopo diversi anni con un incremento di circa 6 mila lavoratori, pari a +1,5% rispetto all’anno precedente. Incremento positivo ma inferiore sia al dato nazionale sia alla media delle regioni del Centro. Si tratta poi di un incremento ancora lontano dal compensare la notevole perdita di posti di lavoro registrata dall’inizio della crisi. Rispetto al  2008 infatti, i lavoratori dipendenti sono diminuiti di 41 mila unità, pari a -9,5%. Un calo particolarmente importante se raffrontato con quello medio nazionale (-1,1%) e, soprattutto, se si considera che, nelle regioni del Centro, il numero dei lavoratori dipendenti è tornato ad essere superiore a quello di 8 anni fa (+1,5%).

Osservando i singoli settori di attività e, in particolare nell’ambito dell’industria manifatturiera, emerge che il maggior numero di lavoratori si registra nella meccanica con 57.179 dipendenti, peraltro in crescita rispetto al 2015 (+1,9%), seguono calzaturiero-abbigliamento con 35.687 lavoratori e mobile con 25.529 addetti, entrambi in calo (rispettivamente -3,0% e -3,1%). In calo anche l’edilizia che passa a 19.136 addetti (-3,9% rispetto al 2015).  Nel settore chimico-gomma-plastica, i dipendenti 18.706 (+1,5%).

Crescono complessivamente i servizi dove, però, è particolarmente diffuso il lavoro a tempo parziale. In particolare, nel commercio ci sono 54.341 dipendenti, sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente; sono 45.435 i dipendenti di attività informatica, ricerca, studi professionali e altri servizi per le imprese, in consistente crescita (+8,5%). Crescono anche turismo e ristorazione, dove lavorano 34.829 dipendenti (+3,5%), servizi sanitari e socio-sanitari, con 19.426 lavoratori (+4,9%). Notevole la crescita anche nei servizi alle persone e famiglie, con 8.045 addetti (+9,2). Osservando le singole province marchigiane, nel 2016 si è registrata una crescita del numero dei lavoratori dipendenti privati piuttosto uniforme con incrementi che vanno dall’1,6% ad Ancona e Pesaro e Urbino a +1,4% ad Ascoli Piceno e Fermo a +1,2% a Macerata. Incrementi ancora lontani da recuperare i posti persi rispetto al 2008. La provincia di Pesaro e Urbino è quella dove si è registrata la contrazione maggiore, con 11 mila lavoratori in meno (-10,5%), seguita da Ancona (-14 mila lavoratori pari a -9,7%), Macerata (-8 mila lavoratori, pari a -9,1%) e da Ascoli Piceno e Fermo (-8 mila lavoratori, pari a -8,3%).

I lavoratori di genere maschile sono 219 mila, pari al 55,7% del totale mentre le lavoratrici sono il 44,3%. I giovani lavoratori con meno di 29 anni sono 71 mila e rappresentano il 17,9% del totale. Si tratta prevalentemente di apprendisti. Osservando le tipologie contrattuali emerge che un terzo dei lavoratori ha un rapporto di lavoro part time. I lavoratori part time sono cresciuti in modo significativo rispetto al 2015 (oltre 5 mila unità in più pari a +4,4%) e soprattutto rispetto al 2008 (24 mila lavoratori part time in più, pari a +23,2). I lavoratori con un rapporto di lavoro a tempo parziale rappresentano il 32,7% dei lavoratori complessivi (31,7% nel 2015 e 24,0% nel 2008).

I lavori con contratto di lavoro a termine sono complessivamente 76 mila, pari al 19,2% dei lavoratori complessivi (percentuale in linea con i valori del 2008). Rispetto al 2015 i lavoratori precari sono notevolmente cresciuti: 11 mila unità in più, pari a +17,4%. Diminuiscono invece i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, 5 mila in meno rispetto al 2015 (-1,6%), e soprattutto coloro che hanno un contratto a tempo pieno e indeterminato (-2,0%). Questi ultimi sono 55 mila in meno rispetto a quanti erano nel 2008, prima della crisi (-20,0%).

Ciò significa che la ripresa occupazionale è rappresentata da rapporti di lavoro precari e da rapporti a tempo parziale che hanno progressivamente eroso i rapporti di lavoro stabili e a tempo pieno. Le lavoratrici dipendenti rappresentano il 44,3% del totale ma tale percentuale sale al 68,8% di coloro che hanno un rapporto di lavoro part time e al 47,4% di coloro che hanno un contratto a termine, mentre scende al 31% di coloro che hanno un contratto a  tempo pieno e indeterminato. Secondo Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche e Giuseppe Santarelli, Segretario regionale, responsabile delle politiche del lavoro: “Se, da un lato, si assiste a una ripresa dell’occupazione, non va sottovalutato il fatto che siamo ancora molto lontani dalla dimensione occupazionale pre-crisi, soprattutto nei principali settori manifatturieri dove i lavoratori continuano a diminuire”.

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