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Cronaca

Processo bis per la strage di Corinaldo, i testimoni e le telefonate choc al 115: «Mandate le squadre, ci sono i morti, qui è agghiacciante» 

Si è aperto oggi pomeriggio il procedimento giudiziario a carico di nove imputati per la sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra e i permessi rilasciati al locale. Sotto accusa la commissione di vigilanza

ANCONA – Due telefonate scioccanti che hanno fotografato la situazione a Corinaldo dei primi soccorritori. Sono state fatte sentire oggi, in tribunale, alla prima udienza al processo bis per i morti della Lanterna Azzurra. Il procedimento giudiziario a carico di nove imputati per la sicurezza della discoteca e i permessi rilasciati al locale dove la notte tra il 7 e l'8 dicembre del 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Sotto accusa c'è tutta la commissione di vigilanza oltre alla società Magic Srl che gestiva il locale e uno dei soci (gli altri hanno definito le posizioni in abbreviato). I reati contestati a vario titolo sono cooperazione i omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e apertura abusiva di un locale.  
«Mandami subito le squadre qui alla Lanterna che è un disastro. C'è un sacco di gente incastrata, manda più gente possibile. C'è gente in arresto cardiaco. Ci sono i morti, tre o quattro sicuro. È agghiacciante». A parlare nell'audio registrato era il vigile del fuoco  Fabrizio Solazzi, capo reparto e in organico alla centrale di Ancona, sede del comando provinciale dei pompieri. Il capo reparto oggi è stato il primo testimone ad essere sentito in aula, davanti alla giudice Francesca Pizii e ai pm Valentina Bavai e Paolo Gubinelli. Non era in servizio quella notte ma era a Corinaldo per andare a prendere le figlie. Ha dato lui l'allarme in centrale descrivendo negli audio riprodotti in aula la terribile situazione che c'era. Aveva ricevuto una telefonata dalla figlia più grande che non trovava la sorella più piccola. Arrivato fuori dalla discoteca ha chiesto subito rinforzi perché, ha raccontato in aula, «la situazione era ingovernabile». In tribunale, pieno di familiari e amici delle vittime, sono stai sentiti due medici del 118, intervenuti con le ambulanze quella sera per dare soccorso. Francesco Camerlingo, della postazione di Senigallia, ha riferito che la chiamata arrivata dalla centrale per l'intervento era «per reazione da spray urticante ma arrivato sul posto c'era un torrente di persone lungo la strada, alcune a terra già in agonia».

Tra i testimoni sentiti oggi anche il presidente dell'azienda di trasporto pubblico Sap di Potenza Picena alla quale la società Magic della discoteca si era rivolta per noleggiare bus da far arrivare a Corinaldo quella sera. «Avevamo cinque mezzi, con 53 posti ciascuno – ha detto Giovanni Viola – e sono stati fatti due viaggi, il secondo mai arrivato» perché la tragedia si era già consumata. Viola ha detto di aver chiamato Marco Cecchini quella sera, uno degli organizzatori dell'evento, perché i suoi dipendenti gli avevano riferito di ragazzi a terra. «Marco mi disse che avevano buttato dello spray ma che poi avevano aperto le porte e tutti erano usciti tranquillamente». Anche due ragazzine, che si trovavano in discoteca, sono state sentite. Una ha raccontato di essere caduta nella rampa dell'uscita numero 3 ma che poi è riuscita ad alzarsi e a salvarsi. Le difese degli imputati respingono le accuse e attendono le prossime udienze per dimostrare la loro innocenza sui fatti. Il processo continuerà il 16 dicembre con altri testimoni dell'accusa. 

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