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Cronaca Torrette / Via Esino

Conoscere il passato per entrare nel futuro, un laboratorio museale al Volterra-Elia

Proprio oggi (19 febbraio) alle ore 17:00 nell'Aula Magna dell' Istituto Volterra-Elia di via Esino, si terrà l'evento "Un mare di scienza" con cui verrà inaugurato il nuovissimo laboratorio tecnologico museale

Conoscere il proprio passato per entrare di diritto nel futuro. Hanno pensato questo gli studenti insieme ai loro insegnati quando hanno scoperto il prezioso patrimonio storico custodito dall’Istituto Volterra-Elia di Ancona, in particolare dall’ex istituto nautico. Una traccia della storia navale italiana diventata oggi un laboratorio tecnologico museale realizzato grazie all'impegno di docenti e studenti, oltre all’opera volontaristica degli "Uomini delle navi”, un’associazione culturale di tecnici professionisti ed ex dipendenti di aziende cantieristiche navali marchigiane. Prende vita così un piccolo museo dentro la scuola del quartiere Torrette, destinato principalemente alle scuole, ma anche a tutti i cittadini che avranno l'interesse di riscoprire le testimonianze della storia navale e cantieristica anconetana e marchigiana, impresse nella formazione tecnologica e marittima di chi, nei decenni, si è formato su quai banchi di scuola. Ad Ancona. «Vogliamo dire che noi eravamo l’unica scuola regionale - ha detto la preside del Volterra - Elia Patrizia Cuppini - Avevamo una lunga storia abbandonata nelle cantine e siccome credo che il futuro esiste perché siamo legati alle nostre tradizioni, volevo che anche ragazzi si appassionassero alla loro storia. Questo é un pezzettino del nostro patrimonio. E sono orgogliosa del fatto fatto che ci siamo riusciti con le nostre forse, insieme ad un piccolo contributo della Banca di Credito Cooperativo». In tutto una spesa che si aggira a poco meno di 10mila euro

E così oggi (19 febbraio) alle ore 17:00 nell’Aula Magna dell’ Istituto di via Esino, si terrà l'evento "Un mare di scienza” con cui verrà inaugurato il laboratorio tecnologico museale. L’iniziativa sarà occasione per mostrare a famiglie studenti e alla cittadinanza, in generale, il prezioso patrimonio storico, che oggi diventa un piccolo museo a disposizione di tutti. Ed è così che al primo piano della scuola, è impossibile camminare lungo i corridoi senza notare delle teche con al proprio interno strumenti che risalgono fino all’800. Gli studenti hanno fatto un gran lavoro, rispolverando pezzi di antica fattura, studiandoli, catalogandoli e posizionandoli nelle varie teche di vetro resistente, che custodiscono quei reperti come delle vere reliquie. Tutto sotto la supervisioni di insegnanti come Sara Graziosi e Giulia Falaschi, impegnate nella realizzazione della parte grafica del progetto che, tra le tante cose, ha visto anche la creazione del logo del laboratorio: una bussola insieme ad un circuito che rappresentano l’apprendimento attraverso la didattica, simboli inseriti dentro un oblò che rappresenta la teca, la stessa dove i tanti pezzi storici (l’apprendimento appunto) diventano visibili e patrimonio di tutti. Senza dimenticare l’impegno degli informatici, al lavoro per creare un’applicazione che, tramite l’uso di un QR code (codice QR), sarà capace di dare all’utente la possibilità di accedere ad un video in cui saranno gli studenti a spiegare tutto di quel singolo modello o strumento che si sta ammirando. 

Presentazione del laboratorio museale

A mostrare con entusiasmo quali sono i più di 50 vecchi e ritrovati pezzi da museo del nautico, è stato l’ingegner Pasquale Frasconi, che proprio ieri ha presentato anche 15 strumenti di navigazione. Tra questi un’elica navale di propulsione che muove nave a passo variabile, una macchina del timone, un verricello, una vera turbina a vapore, un ottante del 1800 (serviva per trovare la propria posizione con le stelle), una bussola con staziografo. Il tutto costellato di un ricco materiale fotografico che ripercorre la storia della cantieristica e delle navi costruite ad Ancona e nelle Marche. Come quella foto, tra le più preziose, in cui viene rappresento il mondo del lavoro negli anni ‘30 quando i giovani, una volta usciti dalla scuola di avviamento professionale, a 13 anni andavano a lavorare nei cantieri del porto, con maestri che facevano scuola a quei giovani assunti da poco, ma con un glorioso futuro all’orizzonte. 

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