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Cronaca

La Misericordia sfrattata, conto alla rovescia per la chiusura: il Comune non risponde

L’allarme era già stato lanciato ad agosto, adesso La Misericordia lancia l’ultimatum al Comune a ormai pochi giorni dal CdA decisivo

Il grido di auto si era già levato ad agosto, adesso La Misericordia lancia l’ultimatum al Comune: se l’amministrazione, già sollecitata direttamente dal presidente Marco Lorenzini, non risponderà entro sabato sulla richiesta di concedere una parte dell’ex Centrale del Latte all’associazione con sede in via Misa, l'attività di assistenza avvierà l'iter di chiusura. A sollecitare la questione c’è anche la procedura di sfratto avviata a luglio dall’attuale proprietario dello stabile e convalidata in Tribunale lo scorso 28 settembre: «Non riuscivamo a pagare le mensilità e la procedura sta andando avanti- spiega Lorenzini- da tempo chiedevamo al Comune una parte dell’ex Centrale del Latte come nuova sede e da due settimane abbiamo chiesto un appuntamento con l'assessore di riferimento ma ancora non si è fatto vivo nessuno. Sabato prossimo abbiamo il CdA e se non avremo una risposta discuteremo anche la possibilità di chiusura dell’attività di assistenza. In quel caso, nel giro di un mese, smantelleremmo tutto». 

L’associazione si occupa da 5 anni del trasporto malati e di primo soccorso nelle manifestazioni sportive ma, complice l’aumento dell’affitto dell’attuale sede e i ritardi nei pagamenti da parte dell’Asur, non riesce a garantirsi un futuro neppure a breve scadenza. «Siamo messi male, dalla Asur sono arrivati circa 10.000 euro relativi ai costi di competenza 2018 (rapporto km/ servizi effettuati) ma sono cifre lontane dal coprire tutto il credito di fatture non pagate che dal 2015 ammonta a circa 60.000 euro. E’ un ritardo che ci può stare, l’Asur sta facendo un gran lavoro di controllo e capisco. Il problema grosso per noi è trovare una sede» spiega Marco Lorenzini. L’attuale canone della sede di via Misa costa all’associazione circa 1.000 euro mensili e a luglio il proprietario ha intimato lo sfratto per morosità per circa 13.000 euro. Nonostante la convalida in Tribunale la normativa consente ancora la possibilità di trovare un accordo le parti sul debito accumulato, ma il problema è il futuro: «Dal prossimo gennaio stare qui ci costerebbe 1.400 euro al mese» ha spiegato Lorenzini. L’associazione chiede quindi la parziale disponibilità dell’ex Centrale del Latte: la vecchia casa del custode o, in alternativa, una piccola palazzina anch’essa nell’area in disuso. «Non la vogliamo gratis, siamo disposti a pagare una quota che però possa farci risparmiare sull’attuale affitto per poter sostenere le spese operative». Se la risposta fosse positiva ma non immediata? «Sarei disposto per qualche mese a metterci dei soldi di tasca mia per affittare un capannone dove restare per il tempo necessario» ha concluso Lorenzini. 
 

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