Rapina a Bankitalia: niente interrogatorio per il poliziotto arrestato
A causa dello stato di grande prostrazione psicologica derivato dall'arresto subito il 3 ottobre scorso, il sovrintendente di polizia F. L. non se l'é sentita di sottoporsi all'interrogatorio del gip
A causa dello stato di grande prostrazione psicologica derivato dall'arresto subito il 3 ottobre scorso, il sovrintendente di polizia F. L. oggi non se l'è sentita di sottoporsi all'interrogatorio del gip. E' il motivo per cui l'agente, difeso dall'avv. Riccardo Leonardi, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice. Era presente all'interrogatorio, slittato ad altra data, il procuratore della Repubblica di Ancona Elisabetta Melotti. Il poliziotto, detenuto nel carcere Villa Fastiggi di Pesaro su ordinaza di custodia cautelare firmata dal gip Alberto Pallucchini, è accusato di associazione per delinquere finalizzata a corruzione, tentata concussione.
Secondo l'accusa, sarebbe stato a disposizione di un pregiudicato pugliese, O. B., che stava organizzando un furto da oltre 200 milioni di euro alla sede della banca d'Italia ad Ancona. Il ruolo del sovrintendente, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di corrompere il maresciallo dei carabinieri I. B. (anche lui arrestato) che a sua volta avrebbe dovuto acquisire la complicità, anche ricattandolo con un dossier, di un carabiniere distaccato come piantone a Bankitalia. Il militare aveva però denunciato il fatto, il piano era stato rallentato e poi era scattata l'inchiesta sfociata negli arresti. In carcere è finito anche Michele Cristiani di Andria.