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Venerdì, 19 Aprile 2024
Incidenti stradali Senigallia / Strada Provinciale 360 Arceviese

Tragedia di Senigallia, l'investitore ubriaco: «Non le ho viste, sono distrutto»

Le prime parole del camionista di 47 anni arrestato dopo aver travolto e ucciso Sonia ed Elisa all'uscita dalla discoteca Megà: «Perdonatemi»

«Non le ho viste, la strada era buia. Sono un uomo distrutto, perdonatemi». E’ profondamente addolorato e psicologicamente molto provato Massimo Renelli, il 47enne di Senigallia arrestato per duplice omicidio stradale dopo che, alla guida della sua Fiat Grande Punto, ha travolto e ucciso la 43enne Elisa Rondina e la 34enne Sonia Farris all’uscita dalla discoteca Megà di Senigallia.

Anche lui era andato a ballare con gli amici. Stava tornando a casa quando, all’improvviso, ha investito le due amiche, uccidendole. Era ubriaco, secondo i primi riscontri clinici. Nel sangue aveva un tasso alcolemico di quasi 4 volte superiore al limite di legge, vicino ai 2 g/l. «Ero uscito da poco dalla discoteca, stavo tornando a casa, era molto buio, a un certo punto ho sentito un gran botto» è la versione fornita dall’autotrasportatore al suo avvocato, Marusca Rossetti, dopo un primo incontro avuto nella questura di Ancona, dov’è trattenuto nelle celle di sicurezza, in stato di arresto e in attesa dell’udienza di convalida che dovrebbe tenersi domani in tribunale.

In lacrime, ha ricostruito quegli attimi fatali. Ha spiegato di non essersi potuto fermare subito, dopo l’impatto, perché dietro aveva delle auto. Ha parcheggiato la sua nel primo posto utile, a qualche centinaio di metri di distanza, per poi tornare indietro a piedi. «Non ho visto niente, era buio, non volevo scappare: sono tornato indietro e ho chiamato i soccorsi» ha riferito al suo legale d’ufficio, aggiungendo che era consapevole delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro. Ha atteso l’arrivo della polizia stradale, fino a che i corpi straziati di Elisa e Sonia non sono stati ritrovati in un campo, dov’erano stati sbalzati dopo il tragico investimento. Renelli, separato, due figli, è incensurato e «non ha mai avuto problemi con l’alcol», specifica il suo avvocato. «Non riusciva a parlare dal dolore e dallo choc». Ora rischia oltre 10 anni di carcere, se verrà giudicato colpevole per il duplice omicidio stradale. 

Il profilo Facebook del camionista è stato invaso da una tempesta di post: insulti, accuse, ma anche messaggi di solidarietà di chi invoca compassione e pietà nei confronti dl 47enne.  

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