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Cronaca Baia Di Portonovo

Incendio a Portonovo, dopo 72 ore è ancora un giallo: la verità dalle telecamere

Gli inquirenti lavorano a 360 gradi senza trascurare nessuna ipotesi sul rogo che ha devastato SpiaggiaBonetti. Acquisite ore e ore di filmati, ma non c'è ancora una svolta

Un mare di interrogativi, tanti dubbi, pochissime risposte: a distanza di 72 ore resta un giallo il maxi rogo che ha devastato SpiaggiaBonetti. Lo chalet che non c’è più si è portato via con sé un mucchio di quesiti irrisolti. Gli investigatori del Norm di Ancona, guidati dal comandante Vittorio Tommaso De Lisa, continuano a lavorare intensamente e con il massimo riserbo per dare un senso a un disastro inspiegabile che ha generato danni per centinaia di migliaia di euro. 

Le ipotesi 

Gli investigatori indagano a 360 gradi: nessuna ipotesi viene scartata, nemmeno quella del dolo, anche se non sono stati raccolti elementi che possano far propendere per questa teoria: Paolo Bonetti, che in questo stabilimento lavorava da una vita, al punto da farlo diventare la sua seconda casa, agli inquirenti ha assicurato di non aver ricevuto minacce, avvertimenti o intimidazioni, di non avere nemici né tantomeno problemi economici. D’altronde, i primi accertamenti non hanno fornito nemmeno indizi in grado di alimentare l’ipotesi della causa accidentale: quando i vigili del fuoco sono intervenuti, era ormai tutto distrutto. 

La relazione 

La prima richiesta di soccorso, infatti, è arrivata solo alle 6,36 del mattino da parte di un grossista sceso nella baia per consegnare un ordine di bibite. Davanti a sé ha trovato l’inferno e ha subito avvertito il 115. Ora si attende la consegna della relazione dei vigili del fuoco, ma non è detto che sia risolutiva, anzi: in quello scenario di totale devastazione, infatti, ogni possibile traccia è andata distrutta. Impossibile trovare l’innesco, non è chiaro neppure da dove sia partito l’incendio (dalla cucina del ristorante?). Basterebbe anche solo un indizio per ipotizzare, ad esempio, un corto circuito, un sovraccarico, il malfunzionamento di un apparecchio difettoso, anche se riesce difficile pensarlo per uno chalet ristrutturato e ampliato appena un anno fa e dotato di impianti elettrici a norma. Non resta che aspettare la relazione, nella speranza che sia utile per dare orientare le indagini nell’una o nell’altra direzione. 

L’orario e i testimoni

Non è certo neppure l’orario. Si pensava, in un primo momento, che l’incendio potesse essersi sviluppato tra le 5 e le 6 del mattino, stando al racconto di alcuni pescatori di passaggio nella baia, ma se c’è una cosa certa, in questo giallo, è che le fiamme si sono propagate per almeno un paio d’ore, ma comunque dopo la mezzanotte perché fino a quel momento nella baia c’erano gli operatori di una struttura vicina che hanno assicurato di non aver notato nulla di strano né di aver avvertito odore di bruciato.  

Le telecamere

Per dare una svolta alle indagini potrebbero essere decisive le telecamere, di certo non quelle di SpiaggiaBonetti, bruciate insieme allo stabilimento (l’unica risparmiata dall’incendio è una webcam collocata a un’altezza superiore che, però, non registra e inquadra il mare) ma quelle degli stabilimenti della zona e di alcune residenze private. Gli investigatori stanno analizzando ore e ore di filmati per ricostruire gli spostamenti di quella maledetta notte e rintracciare eventuali persone o veicoli sospetti, alla ricerca di un guizzo per le indagini che, dopo tre giorni, non hanno preso una direzione precisa. 

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