
I pompieri al lavoro dopo l'incendio al porto
Incendio porto: esclusi reati ambientali, ma ecco la consulenza sui pannelli fotovoltaici
Il pm Bilotta ha incaricato un tecnico di stilare una consulenza per rispondere alla domanda: che cosa ha scatenato il rogo che ha devastato il porto di Ancona?
La consulenza tecnica
Dunque si passa oltre. All’unica domanda che ad oggi conta davvero: cosa ha scatenato quell’inferno? I vigili del fuoco, come concludono nella loro relazione, non hanno potuto dare una risposta perché non vi sono tracce di innesco. E così, mentre la Squadra Mobile con l'attività investigativa, il pm Bilotta chiede aiuto al consulente Gianluigi Guidi di Bologna, nel cui curriculum spiccano i titoli di chimico, ingegnere ed esperto di prevenzione incendi. Sarà lui a stilare una consulenza dopo aver cercato tra quei 40mila metri quadrati di macerie, partendo però da un elemento al centro dell’indagine: i pannelli fotovoltaici.
Pannelli fotovoltaici sotto la lente
Infatti parrebbe che dal rogo, siano rimasti intatti alcuni inverter. Che cosa sono? Una sorta di quadro elettrico il cui compito è convertire la corrente continua generata dai pannelli in corrente alternata, contribuendo ad ottimizzare il funzionamento dei pannelli, segnalando eventuali anomalie e protegge il sistema da blackout o sovratensioni. Lì potrebbe esserci la chiave di tutto o forse solo la possibilità di dimostrare che i pannelli fotovoltaici non c’entrano nulla. In ogni caso un passo avanti per l’inchiesta dove il reato resta quello di incendio, ma senza alcun indagato.