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Mercoledì, 22 Marzo 2023
Cronaca Porto di Ancona

Ci sono ancora focolai, i vigili del fuoco come su un campo minato: trovate le bombole

I vigili del fuoco stanno operando per spostare mucchi di macerie e spegnere i focolai nascosti perché ce ne sono ancora diversi ed è lì che sono state anche trovate le bombole di ossigeno e acetilene

Perché ad Ancona si sentono ancora cattivi odori? Perché ci sono ancora diversi focolai sotto le macerie prodotte dall’incendio che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, ha devastato la parte cantieristica del porto di Ancona. Dopo oltre 3 giorni di lavoro, i vigili del fuoco di Ancona, guidati dal comandante provinciale Mariano Tusa, stanno  operando all’interno dei capannoni carbonizzati, rischiando anche molto. Sulle loro teste infatti, pendono inesorabili grosse travi e lamiere deformate da un calore che, secondo gli esperti, nel picco massimo di quella notte ha toccato i 1.300 gradi centigradi. 

Il punto dei vigili del fuoco - VIDEO

Come in un campo pieno di mine

In queste ore i pompieri dorici stanno operando quello che, in gergo tecnico, si definisce smassamento: cioè la separazione del materiale ammassatosi a seguito del rogo. E’ lì che si annida il pericolo ed è lì che i pompieri vanno alla ricerca dei rimasugli di un incendio senza precedenti per il capoluogo dorico. Per stanare il fuoco, seguendo le indicazioni del tecnico geometra dei vigili del fuoco Massimo Carducci, si usa la termocamera sensibile alla radiazione infrarossa. Poi, una volta individuato il focolaio, arrivano escavatori cingolati e pale gommate per ribaltare le macerie, scoprire l’area ancora incandescente e aggredirla con potenti getti d’acqua. E’ l’unico modo: gettare acqua sopra le macerie, così senza alcun lavoro prima, anche immaginando un grande quantitativo d’acqua su quel metallo fumante, non risolverebbe il problema. Serve un lavoro di trincea in cui i vigili del fuoco si muovono con cautela, come su un campo minato, stando sempre bene attenti a dove mettere i piedi, coprendosi le spalle a vicenda e pronti ad agire di fronte al pericolo.

Incendio al porto di Ancona, vigili del fuoco

Trovate le bombole che hanno provocato le esplosioni

Già stamattina, durante lo smassamento, i pompieri si sono resi conto di aver a che fare con tanti e diversi materiali distrutti: poliuretano solido (gommapiuma), plastica, silicio, scaffalature e metalli di ogni genere. Sono stati trovati anche resti di bombole e i tecnici del comando dei pompieri dorici presumono siano propri le bombole di acetilene e ossigeno esplose durante l’inizio dell’incendio. Questo però non significa che il maxi rogo sia scaturito dalle bombole. Per conoscere le cause, sarà necessario attendere ancora, anche perché su questo la Procura di Ancona ha aperto un’inchiesta, con il compito di valutare la tossicità della nube nera prodotta dalle fiamme. Cosa che, almeno per gli inquirenti, non è affatto scontata. 

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