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Cronaca

Banca Marche, sovraffollamento delle carceri e mafia: la situazione giudiziaria della regione

Banca Marche, violenza di genere e il rischio di infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post-sisma. Ecco cosa è emerso durante l'inaugurazione dell' anno giudiziario

Banca Marche, violenza contro le donne e il rischio sempre presente di infiltrazioni mafiose nelle Marche, specialmente nella ricostruzione post-sisma. A fotografare la situazione giudiziaria nel capoluogo e nella regione è stato il Procuratore generale Sergio Sottani durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Tribunale. Durante il suo intervento Sottani ha ricordato alcuni processi penali in corso, su tutti quello relativo al crack Banca Marche, il cui stralcio si è concluso in primo grado il 24 gennaio e con il filone principale ancora al vaglio dei giudici. «Il 29 novembre il Procuratore della Repubblica era stato sentito dalla Commissione Parlamentare che si sta interessando dei fatti relativi al sistema bancario. In quella sede aveva dichiarato che “in una procura di medie dimensioni come quella di Ancona un’indagine di questo genere è devastante”. Capiamo tutti la difficoltà con cui è stato affrontato questo-commenta Sottani- però andava fatto e andava fatto nel territorio, perché nel territorio bisognava dare risposte». 

Tre motivi per temere le mafie

Sottani ha poi evidenziato l’alto rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti per la ricostruzione che: «non deve diventare un momento di indebito arricchimento. Sappiamo che la criminalità organizzata va dove ci sono ingenti finanziamenti pubblici per riciclare denaro e mantenere contatti con funzionari pubblici. Le Marche sono un territorio estremamente a rischio per tre ragioni. Prima di tutto la presenza di soggetti plurimi collegati con le associazioni criminali, poi c’è il Tribunale di Macerata che ha riconosciuto la sussistenza di un’associazione criminale mafiosa e infine c’è la ricchezza della regione Marche, una ricchezza che riconosciuta nonostante il sisma dalla relazione della Banca d’Italia 2017». 

L’andamento dei reati

Le statistiche si riferiscono ai 12 mesi compresi tra luglio 2016 e 2017. In questo arco temporale si registra un boom del falso in bilancio (+158%), aumentano anche i reati relativi alle violenze di genere (+21%), narcotraffico (+16%), stalking (+12%) e truffe informatiche (34%) mentre si registra un calo di furti in abitazione (-7%) e rapine (-8%). Il Presidente della Corte d’Appello Eugenio Cetro ha sottolineato l’aumento del 35% dei procedimenti relativi al riconoscimento dello status dei rifugiati e ha poi affrontato il tema del sovraffollamento delle carceri: «A Montacuto il sovraffollamento tocca il 7,4% (275 presenze a fronte di 256 posti regolamentari), ad Ascoli l’indice tocca il 22,8%, a Fermo il 51% e a Pesaro il 54,2%». 

Il punto degli avvocati 

Il presidente dell’ordine forense di Ancona, Serenella Bachiocco, ha puntato l’indice contro le criticità delle riforme penali che: «nell’emanazione hanno risentito della opinione pubblica, di orientamenti e di opportunismi politici. Mi riferisco allo spostamento dell’azione repressiva dal terreno garantito del processo a quello delle misure di prevenzione, le dilatazioni di tempi tra fatti e giudizi, le aumentate competenze della polizia giudiziaria ma non le corrispondenti garanzie alla difesa, la previsione di una maggior partecipazione a distanza dell’imputato al processo frutto di scelte operate di natura economica. Norme che non riconoscono, in sostanza, che la qualità del processo penale non può prescindere dall’esistenza di un contraddittorio pieno tra accusa e difesa». Alla cerimonia è intervenuta anche Monica Teodori, in rappresentanza del Comitato Idonei Assistenti Giudiziari. Dopo aver manifestato soddisfazione per i 1.409 assistenti giudiziari che presteranno servizio nei Tribunali, la rappresentante del C.I.A.G. ha chiesto un rapido scorrimento della graduatoria dei candidati risultati idonei all’ultimo concorso: «L’assunzione di 1.400 unità non è sufficiente a colmare le lacune esistenti, la soluzione da noi prospettata e auspicata è quella di attingere alla graduatoria formata da 3.515 idonei preparati che desiderano mettersi in gioco e apprendere da chi per anni ha svolto questo servizio».
 

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