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Cronaca

Calenda in tour fa tappa ad Ancona: «Mi chiedo perchè la Mancinelli stia ancora nel Pd»

Il senatore e leader di Azione, Carlo Calenda, ha presentato il suo ultimo libro “La libertà che non libera» oggi 2 dicembre al Ridotto delle Muse. Tra stoccate sul governo e la narrazione di un ambiente sociale poco rassicurante per i giovani, non sono mancati riferimenti alla politica locale

ANCONA - Il pretesto è la presentazione del libro. La verità è che Carlo Calenda, leader di Azione, è in tour per incontrare cittadini ed elettori e spiegare a grandi linee le ragioni di ciò che non va in Italia. “La libertà che non libera”, questo il titolo dell’ultima fatica letteraria del senatore, la prende larga. Parte da lontano, dagli anni Ottanta quando «l'unico perno della nostra civiltà era diventato l'individuo e la sua ricerca di illimitata libertà e di crescente appagamento materiale» dice Calenda. E arriva ai giorni nostri. Al presente. Al governo Meloni che tocca di sciabola e va giù diretto: «la manovra fiscale sto quattro provvedimenti per evasori e una finta flat tax». La tocca piano. Sul Pd resta possibilista: «nessun pregiudizio verso un’apertura». Ma quando gli chiedono cosa pensi del Pd anconetano le parole sgorgano d’impeto e dal cuore: «non capisco perchè la Mancinelli stia ancora lì». Fermo restando che Azione ha partecipato alle primarie del centrosinistra appoggiando convintamente Ida Simonella, che poi ha vinto. «E noi siamo stati determinanti» tiene a sottolineare Tommaso Fagioli, consigliere comunale e segretario regionale di Azione. Calenda ce l’ha con Conte e il partito di Grillo, non lo manda certo a dire. «Con loro impossibile governare - dice - non puoi fare neanche una strada provinciale». Però sembra che abbia preso spunto un po’ dal modo di fare della prima versione dei 5Stelle quando stavano con tutti e nessuno: voteremo i singoli provvedimenti, dicevano un tempo. «Daremo sostegno ai singoli provvedimenti» dice oggi Calenda riferendosi alla manovra del governo Meloni. Insomma, il terzo polo che il senatore intende rappresentare vuole piazzarsi al centro del dibattito politico mettendosi in posizione di favore per essere determinante. 

La riunione

Prima di raggiungere il Ridotto delle Muse, Calenda ha riunito i vertici territoriali del partito. Sicuramente si sarà parlato anche dell’esito delle primarie del centrosinistra e della strategia da mettere a terra per la corsa alle prossime amministrative di Ancona. «Mi dicono che l’operato di questa giunta sia stato buono - afferma -. Valeria Mancinelli è stata anche insignita del riconoscimento di miglior sindaco del mondo, solo che è una di quelle figure che non si capisce perchè stia ancora nel Pd». Che sia stato un modo sibillino per aprire una porta alla sindaca? Probabile. Comunque, seppure il leader di Azione non manchi mai di punzecchiare il Pd, non esclude collaborazioni. Del resto ad Ancona, come in altre città, camminano a braccetto. «Siamo disponibili al dialogo - ha detto - a patto che le persone siano competenti». L’ex manager di Ferrari e Sky batte spesso sul concetto di competenza e meritocrazia. E soprattutto sui giovani, troppo spesso vittime della stessa tecnologia che dovrebbe, invece, accompagnarli nella nuova era. Quei giovani che secondo il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara dovrebbero piegarsi all’umiliazione come fattore di crescita. «E’ da idioti parlare di umiliazione. Dall’umiliazione non si produce mai un miglioramento delle persone». E anche qui Calenda c’è andato con i guanti di velluto. Piano piano. Leggero. Qualcuno dalle retrovie ha sussurrato: «severo, ma giusto».

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