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Cronaca

Ucciso dal rimorchio di un camion, accolta la richiesta di archiviazione: «Scelta ingiusta e incomprensibile»

Si è tenuta una nuova udienza per l’omicidio stradale di Huub Pistoor. Il Gip ha accolto le richieste del pm. La delusione dei familiari

ANCONA - Omicidio stradale di Huub Pistoor. Il Gip Sonia Piermartini ha accolto la richiesta di archiviazione presentanta dal pm Marco Pucilli per i titolari della società di trasporti proprietari del camion e del rimorchio che uccise l’olandese da molti anni residente a Osimo. L'uomo era stato travolto e ucciso tre anni fa da un rimorchio che si era staccato dalla motrice di un camion vicino a Jesi. Era un ingegnere elettronico e Accompagnatore di Alpinismo Giovanile del Cai Ancona e socio fondatore della Scuola Popolare di Filosofia di Macerata. 

Da tre anni la compagna e la figlia con gli altri familiari di Huub «lottano affinché siano accertate tutte le responsabilità che secondo i loro legali non sono solo quelle del conducente moldavo ma soprattutto di chi ha messo su strada mezzi usurati e pericolosi per l'incolumià pubblica».

La compagna di Pistoor con i familiari in Italia e in Olanda esprime la sua amarezza: «Una delusione enorme, una scelta ingiusta e  incomprensibile che al dolore aggiunge amarezza e indignazione. I nostri legali hanno presentato due volte l'opposizione alla richiesta di archiviazione. Mi chiedo da tre anni perché le famiglie siano costrette a combattere per dare Giustizia ai propri cari, che non possono più difendersi. In un Paese in cui perdono la vita nove persone al giorno sulle strade e tre sul lavoro, tragedie come questa non possono essere sottovalutate. Due  gravi piaghe italiane che devono essere riconosciute e affrontate, non trattate con indifferenza e archiviate. Non sono solo fatti privati ma riguardano la coscienza sociale, la cultura e la civiltà, i diritti fondamentali di tutti i cittadini: la vita, la salute, la sicurezza sulla strada e sul lavoro. A Huub e a tutte le altre vittime dell'incuria altrui, spesso molto giovani, questi diritti sono stati negati. Ora è  stato negato anche il diritto alla Giustizia. Valuteremo la possibilità di rivolgerci alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, che ha richiamato più volte l'Italia per diniego di giustizia alle vittime e alle parti offese». 

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