Halloween a Corinaldo, infuria la polemica
L'annuale Festa delle Streghe del comune anconetano sembra diventata terreno di scontro tra la diocesi e l'UAAR. Sul palco degli imputati il tema scelto per l'edizione di quest'anno: la lussuria
Il piccolo comune di Corinaldo, situato nell’entroterra di Senigallia, è conosciuto e apprezzato a livello nazionale per più di una motivazione.
C’è chi ne loda il suo eccellente vino Verdicchio, chi ne apprezza la spiritualità cristiana (fu terra natale di Santa Maria Goretti) e chi lo conosce come “la capitale italiana di Halloween”.
Corinaldo infatti ospita tutti gli anni, in occasione della Vigilia d’Ognissanti, una famosa festa delle streghe: le cantine e le osterie sono aperte, le piazze illuminate e animate da djset e saltimbanchi, e al culmine dell’evento viene incoranta Miss Strega, la più bella fanciulla che abbia saputo incarnare il tema scelto per l’edizione.
Ma se il tema in questione è la lussuria – come è il caso dell’edizione attuale – e se per di più la madrina è nientemeno che la “diavolita” Melita Toniolo, allora oltre alle stelle filanti del carnevale fuori stagione a fioccare, se ne può stare certi, saranno pure le polemiche.
L’oggetto del contendere, più del peccato capitale in sé, è una frase usata dagli organizzatori nel bando: “La donna lussuriosa non si vuole specchiare, non si vuole vedere, non si vuole confrontare. La donna lussuriosa è virtuosa e ha in sé qualcosa che non è mai casto”.
E allora opinione vuole che l’attenzione sia troppo spostata dall’evento al peccato, e che più che “Miss Strega” stavolta si rischi di eleggere “Miss Lussuria”.
Pare che capofila del fronte dei censori sia il parroco del Comune, che messo in allarme dalla Diocesi o per motu proprio (non è chiaro) sia andato a lamentarsi dal Sindaco del paese, Livio Scatolini. Il primo cittadino avrebbe fatto notare la cosa agli organizzatori della Pro Loco, che anche per smorzare i toni e tirarsi fuori da ulteriori e non volute polemiche hanno deciso di togliere i riferimenti al tema, sia dai nomi dati alle cantine ed alle locande aperte per la festa, sia dai propri comunicati ufficiali relativi alla festa ed al concorso.
La ricostruzione di cui sopra è quella fatta dalla sede senigalliese dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti), che naturalmente appena avuto il sentore della (presunta) ingerenza ecclesiastica è partita alla carica con una serie di comunicati, a firma del segretario Paul Manoni :
“Noi dell’UAAR - si legge - non possiamo fare altro che denunciare l’accaduto condannando il comportamento scorretto sia della Diocesi che del parroco in questione.
I parroci godono già abbondantemente dei loro appositi momenti per esprimere le proprie opinioni, come le prediche durante le messe, o il catechismo riservato a chi decide liberamente di frequentarlo”.