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Lunedì, 4 Dicembre 2023
Cronaca

Green pass al ristorante, è tutto da gestire: «Ma non possiamo far finta di nulla»

Marcello Nicolini ha affrontato e sconfitto il Covid. Il ristoratore non ci pensa due volte: «Se serve a spronare le vaccinazioni ben venga, i controlli? Ci organizzeremo»

Green Pass obbligatorio al ristorante, buona idea? Sì per Marcello Nicolini, presidente del consorzio “La Baia” di Portonovo e titolare del ristorante "Da Marcello", così come per Laura Campanella una dei soci del "Giuliani" (VIDEO). «Se serve a spronare le vaccinazioni ben venga» dicono entrambi. Marcello il virus l'ha avuto a primavera e l'ha sconfitto dopo 10 giorni d'ospedale durante i quali ha anche pianto: «E' una brutta bestia, rispetto il pensiero di tutti ma io che l'ho passato posso dire che è così. Davanti a questo non si può far finta di nulla». Il problema del Green pass, dicono i ristoratori, sta nella gestione e l’organizzazione dei controlli. Il 6 agosto, data di entrata in vigore della normativa che impone l’esibizione del “certificato verde” per consumare al chiuso, è sempre più vicina. «I miei ragazzi hanno giù scaricato un’applicazione ma in realtà non so ancora bene come lo faremo. Però lo faremo- ribadisce Marcello- il cliente è informato prima e insieme, con collaborazione, si può arrivare più facilmente a una soluzione». Laura sente di più la pressione del tempo: «Il 6 è vicino, ma non è spiegato nulla o è stato spiegato male. Devo togliere una persona dal banco per controllare? Devo farlo io di persona? Finché si possono usare i tavoli all’aperto il problema non esiste, ma quando si verrà al chiuso inizieranno i guai. Chi controllerà? Sembra una cosa buttata a caso così, non è facile per chi lavora gestire questo Green pass». 

«D’inverno non sai se i distanziamenti resteranno gli stessi di oggi, pur di fare un caffè dovrò mettermi alla porta e controllare?» continua Laura. Altro scenario plausibile in questi giorni: i clienti mangiano all’esterno, ma arriva il temporale e bisogna spostarsi all’interno. Cosa si fa? «Semplice, chi ha il Green pass si mette al riparo e chi non ce l’ha prende l’acqua» scherza (ma non più di tanto) Marcello: «Ripeto, il cliente arriva già informato, come lo siamo noi, sull’obbligo del Green pass. Se poi la gente vuole impuntarsi noi non possiamo fare i controllori né i vigili urbani». 

Il titolare della palestra:«Ormai siamo controllori, mi sta passando la voglia di fare questo lavoro» 


 

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