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Cronaca

Furto all'asilo ma il ladro non era il papà di un bimbo: «C'era un'impronta perché mi nascondevo per veder giocare mio figlio»

Assolto per insufficienza di prove un giovane padre. La Scientifica aveva trovato mezza traccia riconducibile a lui ma non è bastata per condannarlo per furto aggravato

ANCONA – Per veder giocare il figlio si sarebbe nascosto più volte nell'asilo, mettendo le mani un po' dappertutto. Un padre apprensivo ma non ladro. Eppure un 27enne anconetano ha rischiato una condanna per furto aggravato. Ad inguaiarlo è stata una mezza impronta di un suo dito trovata nella scuola materna 25 Aprile di via Michelangelo Buonarroti. A dicembre del 2016 è stato commesso un furto, mentre l'edificio era chiuso per le festività di Natale. Rompendo una finestra un ladro si era introdotto all'interno dell'asilo e aveva rubato mille euro dalla cassaforte più prodotti alimentari. Aveva portato via prosciutti, lonze, bottiglie di olio d'oliva, un tablet, un cellulare. Insomma una refurtiva cospicua. Scoperto il furto la scuola aveva chiamato la polizia ed erano stati fatti dei rilievi per cercare di arrivare al responsabile. La Scientifica aveva trovato diverse impronte ma una in particolare era già nota. Apparteneva ad un 27enne con precedenti e per questo era stato semplice attribuirla a lui in quanto già schedato. Per l'accusato si è aperto un processo al tribunale di Ancona dove ieri era prevista la discussione e la sentenza, davanti alla giudice Alessandra Alessandroni.

L'imputato ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee prima che la giudice si ritirasse per il verdetto. «Da due anni portavo mio figlio in quell'asilo – ha detto il 27enne – non avrei mai potuto commettere un furto dove tutti mi conoscevano. E' vero c'era una mia impronta ma perché quando lasciavo mio figlio è capitato che mi nascondevo per poterlo vedere giocare. Credo che in quelle occasioni posso aver lasciato una mia impronta». La mezza traccia era in prossimità della stanza dove si trovava la cassaforte forzata. La finestra rotta era quella di una sala lettura. Il 27enne inoltre era stato all'asilo anche perché una insegnate gli aveva chiesto se poteva ritinteggiare una parete visto che faceva il muratore. La giudice ha assolto il giovane papà per insufficienza di prove. L'imputato, difeso dall'avvocato Michele Carluccio, si trova attualmente in carcere per altri reati. 
 

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