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Cronaca Centro storico / Via Giacomo Matteotti

Si dà fuoco in Prefettura, è giallo sul ritiro della carta di circolazione

L'uomo era disperato perché senza il documento non poteva lavorare. I familiari sostengono stesse girando per uffici da giorni, ma il ricorso è stato presentato solo il giorno prima del gesto di disperazione

Ha riottenuto la carta di circolazione il giorno dopo che si è dato fuoco B. T., il cittadino italiano di origine tunisina di 54 anni che mercoledì, davanti agli uffici della Prefettura in via Matteotti, ha messo in atto la disperata protesta. L’uomo infatti è un autotrasportatore e senza il documento non sarebbe stato in grado di svolgere il suo lavoro, da cui la decisione di compiere un estremo gesto di dissenso: al momento si trova ricoverato nel reparto di dermatologia all'ospedale di Torrette, con una prognosi di 20 giorni per ustioni di primo grado al volto e al torace.

IL PREFETTO. Il Prefetto di Ancona Alfonso Pironti ha dichiarato al Messagero l’impossibilità di spiegare il gesto del lavoratore: il ricorso era infatti stato presentato dal 54enne solo il giorno prima e se avesse atteso i tempi tecnici – 24-48 ore, non più – avrebbe potuto già riprendere a lavorare, perché per prassi “le carte di circolazione vengono riconsegnate di fronte ad un ricorso e lasciate ai proprietari in attesa di accertamenti e dell'esito del ricorso stesso”. Anche il legale di B. T. conferma di aver saputo del problema solo dopo che il suo assistito si era dato fuoco.

Diversa è la versione dei familiari, che sostengono che il trasportatore stesse girando a vuoto da diversi giorni (il ritiro del documento era avvenuto dieci giorni prima) da un ufficio all’altro, tra Jesi e Ancona.
Il Prefetto ha comunque assicurato che ricostruirà i movimenti burocratici dell’uomo ma che – conferma – da parte della Prefettura non ci sono stati errori, abusi od omissioni.

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