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Cronaca

Compravendite di carburante, fatture false per 91 milioni: imprenditori nei guai

La truffa contestata è quella della "frode carosello". I militari hanno ricostruito un giro di false fatturazioni pari a 91 milioni di euro e 20 milioni di Iva evasa

Sessanta denunce, fatture false per oltre 91 milioni di euro e Iva evasa per più di 20 milioni. E’ quanto emerso da una indagine della Guardia di Finanza, che ha coinvolto anche due gestori di distributori di carburante nelle province di Ascoli e Fermo. Nei loro confronti è scattato il sequestro preventivo di 21.123.768 euro equivalenti, secondo gli investigatori, all’Iva evasa. Risponderanno delle accuse di emissione di fatture inesistenti e dichiarazione fraudolenta. 

Il modus operandi

«Nel caso identificato, il prodotto petrolifero veniva ceduto a società “cartiere” che avevano il solo compito di produrre documentazione contabile fiscale fittizia da inviare alla società reale acquirente della merce» spiegano i finanzieri in una nota stampa. In pratica le imprese fantasma, che neppure avevano una struttura aziendale e venivano poi fatte fallire, dichiaravano di aver acquistato il carburante per poi rivenderlo alla società che beneficiava della frode. Compravendite intermediarie ma inesistenti, dicono gli investigatori, utili solo a far arrivare il prodotto all’acquirente reale con un prezzo inferiore. Escamotage che consentiva a quest’ultimo una detrazione dell’Iva. Una tipologia di truffa, spiegano gli investigatori (GUARDA IL VIDEO) chiamata “frode carosello”. L’indagine complessiva ha visto coinvolte 54 presunte imprese cartiere, accusate in passato di casi di evasione totale. 

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