Come Forrest Gump, frati in viaggio per una missione di pace
Sono passati in mezzo alle macerie del terremoto e di volta in volta trovano ospitalità presso religiosi e ieri mattina sono stati avvistati tra Ancona e Falconara
Da Palermo a Gubbio passando per il tratto marchigiano della Statale 16. Saio addosso e crocefisso in spalla, non a bordo di un pulmino parrocchiale bensì a piedi, in perfetto stile Forrest Gump. Loro sono fratel Biagio Conte e fratello Martino, monaci missionari della Speranza della Carità. Il loro viaggio è iniziato un anno fa dalla Sicilia e li ha portati anche a Roma, dove sono stati ricevuti da Papa Francesco. Il passo non è certo quello di Tom Hanks nel capolavoro hollywoodiano. Il loro, del resto, è un viaggio interiore dove il tempo e la fretta sono quasi concetti sconosciuti. Sono passati in mezzo alle macerie del terremoto e di volta in volta trovano ospitalità presso religiosi. Venerdì scorso erano a Porto d’Ascoli. Ieri mattina sono stati avvistati tra Ancona e Falconara, nelle prossime ore riprenderanno la via dell’Umbria. A chi li ha incontrati hanno dispensato sorrisi e parole dolci. Su quella croce, spiegano a chi chiede lumi, caricano «le sofferenze della gente».
Ad avvistarli sono stati prima gli automobilisti in transito sulla Statale, attirati non tanto dalla camminata, dal saio e della barba. A rubare l’occhio era infatti la grande croce in legno che a turno i due portavano sulla spalla. Barba lunga e falcate sicure, parola d’ordine: mai guardarsi indietro, dove entrambi hanno lasciato esperienze più o meno importanti. Fratel Biagio, ad esempio, ha maturato l’intenzione di vestire il saio dopo aver abbandonato un’avviata attività di famiglia. Riprenderanno la via di Gubbio già nelle prossime ore. Nessuno li segue, se non con pensieri e qualche preghiera. Non sanno quando arriveranno a destinazione. E forse non è importante.